Una passeggiata estiva e reale
Le Residenze Sabaude di Torino e provincia sono tantissime. Ci sono i Palazzi del potere, che sono quelli centrali, urbani (Palazzo Reale, Palazzo Madama, Palazzo Carignano e Chiablese); poi ci sono quelli mondani, dentro cui si svolgeva la vita di corte, tra cui ricordiamo la Reggia di Venaria e il Castello del Valentino; ci sono - ancora - le Reggie Villeggiature, quelle palazzine eleganti ed enormi, o addirittura dei veri e propri castelli, dove i reali si ritiravano in periodo di vacanza; e infine ci sono i luoghi della devozione, tra cui spicca, sia per posizione che per fama, la Basilica di Superga.
In una calda giornata d’estate, quando l’asfalto della città ribolle e chissà quando si riuscirà a partire per un lungo viaggio, le Residenze Reali diventano
i grandi palazzi dell’arte e del relax, da visitare e percorrere come se per un giorno - per un giorno soltanto - fossero proprio loro la sede delle nostre vacanze estive. Ricordando Casa Savoia, i cui esponenti - uomini e donne - amavano il piacere e la vita agiata, facciamo nostra la “Corona di Delizie” e indossiamola insieme a tutto il necessario per un fresco picnic. La passeggiata comincia allora da Villa della Regina, una delle residenze più amate dalle donne reali - duchesse, principesse e regine - e che proprio di una di loro porta il nome: Anna Maria d’Orléans, sposa di Vittorio Amedeo II. Fu per loro due che l’architetto di corte, nonché uno degli artisti sotto le cui mani Torino è diventata bella e raffinata, Filippo Juvarra, riprogettò i giardini e gli appartamenti. Chiusa al pubblico per molti anni, oggi la settecentesca Villa della Regina si presenta perfettamente restaurata e offre ai visitatori la possibilità di passeggiare in quella che una volta era una vigna e poi diventò fontane, giochi d’acqua, padiglioni e verdi architetture. La dimora, in particolare l’appartamento di Sua Maestà e l’appartamento di Sua Maestà la Regina, è visitabile dal martedì alla domenica fino alle ore 17.
Seguendo il corso del fiume Po, un’altra Residenza Reale si erge monumentale poco distante da Villa della Regina: è il Castello di Moncalieri, una delle dimore più amate da Vittorio Amedeo III il quale, frequentatore del castello più di ogni altro membro della casata reale, portava qui la sua famiglia da luglio a dicembre. Nato in epoca medievale come una fortezza difensiva che doveva presiedere e difendere le rive del Po, diventò presto un “luogo di delizie” in virtù dei numerosi interventi di abbellimento che lo videro protagonista. Se le donne reali come la regina Maria Adelaide e le principesse Letizia e Clotilde lo amavano per le sue doti rilassanti e lussuose, i giovani principi lo frequentavano per l’addestramento, l’educazione e le continue, grandiose feste che pare abbiano portato il castello a diventare sede di “misteriosi avvenimenti”. Dopo la recentissima riapertura, le visite si svolgono tutte le domeniche dalle 10 alle 18.
Se il Castello di Moncalieri è una delle Residenze Reali meno conosciute, al polo opposto si trova la Reggia di Venaria, protagonista negli ultimi anni di un vero e proprio revival. Restaurata, impreziosita, valorizzata e potenziata a tutti i livelli (non ultimo quello musicale, persino il rapper Fabri Fibra l’ha scelta come set di una sua recente hit), la Versailles dei Savoia ha dalla sua parte due assi nella manica impareggiabili: il primo è la vicinanza, se non proprio la contiguità, con il Parco della Mandria, ovvero tremila ettari di verde tutelato e recintato in cui è possibile passeggiare, avvistare animali selvatici, andare a cavallo, fare escursioni e - non ultimo - visitare un’altra Residenza Reale, una dimora nella dimora, ovvero il Castello della Mandria, altresì conosciuto come la palazzina di caccia del re Vittorio Emanuele II e della Bella Rosina.
L’altro asso nella manica della Reggia di Venaria è il calendario, ovvero quell’insieme di eventi culturali di alto profilo che le valgono l’appellativo di “progetto culturale permanente”. Nei mesi estivi la Reggia ospita: una mostra sull’alta moda che incontra il teatro (Alta Moda, Grande Teatro, fino al 14 settembre), un’esposizione di carrozze preziose del XVIII e XIX secolo (Carrozze Regali, fino al 13 luglio), una mostra sui capolavori estensi conservati a Modena e Ferrara (Splendori delle Corti Italiane: gli Este, fino al 6 luglio) e, infine, le Giornate da Re, ovvero una serie di domeniche da passare a corte tra circo, performance e musica. Se l’arte è la chiave per trascorrere una giornata da re, allora c’è un’altra dimora da visitare subito dopo: il Castello di Rivoli, ovvero la sede del Museo d’Arte Contemporanea, un edificio nato inizialmente come fortezza e poi restaurato da Juvarra senza però trovare mai completamento. La sua condizione non finita e il suo rapporto privilegiato con le forme contemporanee dell’arte lo rendono un perfetto esempio di dialogo tra tradizione e avanguardia, passato presente e futuro.
Una coppia simile alla Venaria-Rivoli è quella giocata tutta sul campo della caccia e del verde da Racconigi e Stupinigi, due delle Residenze Reali di villeggiatura più note e maestose d’Italia. La prima è un’oasi di pace, dove nidificano le cicogne nel parco e riposano tesori magnificenti negli appartamenti: è qui che, dai tempi di Carlo Alberto, dimoravano i monarchi durante i mesi estivi ed è qui che l’architetto dei giardini Xavier Kurten ha dato vita all’esempio perfetto di integrazione esterno-interno tipica del Romanticismo. La Palazzina di Stupinigi, invece, veniva scelta dalla famiglia reale in occasione di grandi matrimoni e feste, e fu abitata da Napoleone all’inizio dell’Ottocento. Sede del Museo dell’Ammobiliamento dal 1919, oggi Stupinigi fa parte dei tesori Mauriziani ed è gestita dalla Fondazione Ordine Mauriziano, a cui si deve l’organizzazione dei lavori di restauro che la stanno interessando in questi mesi.
Una gita a sé, l’ultima perché la più lontana, la merita il Castello Ducale d’Agliè, anche questo come quello di Moncalieri non tra i più famosi ma certamente ricco di sorprese. La moglie del Re di Sardegna Carlo Felice, Maria Cristina di Borbone, donna di cultura e di gusto, si rese infatti fautrice delle collezioni artistiche, ornitologiche e archeologiche che ancora oggi, dopo sette secoli complessivi di storia, ornano gli appartamenti, le 300 stanze interne e i giardini della dimora. La visita a palazzo si articola come una successione di ambienti d’epoca perfettamente conservati e termina come le migliori fiabe al femminile: nel Salone da Ballo a giocare con i riflessi delle luci e dell’acqua del laghetto sottostante.
di Pietro Raboni