L'autunno, in Piemonte, è sinonimo dei paesaggi langaroli: è in questa stagione che vigne e terre regalano i loro frutti migliori. Tutti i consigli per una gita gastronomica in un territorio d'eccellenza
Non sappiamo con quale frequenza si faccia l'amore in Langa, ma di sicuro si mangia e si beve, se vogliamo citare la vecchia filastrocca. Se quello che avete in mente è un itinerario enogastronomico, le colline piemontesi che circondano Asti, Alessandria e Cuneo sono decisamente la meta ideale. Qui, il vino regna sovrano, protagonista indiscusso di ogni tavola e motore economico e turistico della zona, che fa delle sue rigogliose e sterminate vigne il suo carattere distintivo. Un calice in una mano e nell'altra, come per magia, qualche leccornia tipica della zona, che tra formaggi, salumi, dolci e sua maestà il tartufo offre quanto di più goloso madre natura abbia saputo donare all'umanità. Insomma, è impossibile non amarle, le Langhe, soprattutto in autunno, quando le vigne danno i loro frutti, quando si indossano le galosce, si raccoglie l'uva e si pigia tutti insieme. Quando i sughi dei tajarin o dei ravioli si arricchiscono dei funghi che l'umidità delle prime piogge fa uscire fuori all'ombra dei boschi. Quando la terra regala i suoi frutti più preziosi, quei tartufi che o si amano o si odiano, ma se si amano sono una goduria per il palato da pagare carissima. È un po' un appuntamento fisso, che si ripete di anno in anno: se in agosto è il mare a far da padrone, da metà settembre arriva puntuale il momento per una gita in Langa. Giusto per essere sicuri di non perdere i chili presi durante l'estate, ma soprattutto per essere sicuri di non perdere la spensieratezza vacanziera nel momento di rientro in ufficio. E allora: in alto i calici, imbandite le tavole, salite in macchina e preparatevi a un tour enogastronomico delle migliori terre piemontesi. Qui troverete qualche dritta per organizzarlo:
Cosa e dove bere
Se dici Langhe, Roero e Monferrato dici vino. È impossibile anche per gli astemi più convinti non pensare a un bel bicchiere di vino rosso mentre si passeggia per i filari di vite che caratterizzano i paesaggi langaroli. In qualsiasi direzione si guardi, spuntano vigneti e cantine rinomate, ed è davvero un peccato non provare un prodotto di così rinomata eccellenza. Quindi, non perdetevi un mini tour tra le cantine principali, selezionando per ogni zona il giusto vino da assaggiare. Potete studiare un itinerario dei principali produttori della zona direttamente sul sito
www.stradadelbarolo.it, oppure seguire i nostri veloci consigli. C'è la Langa del Barolo innanzitutto, che ha il suo cuore proprio nel bellissimo paesello arroccato in cima alla collina che dà il nome a uno dei rossi più famosi del mondo, quello che viene definito “il re dei vini, il vino dei re”. Forse a Barolo ci siete passati in occasione di Collisioni (che anni fa si teneva poco lontano da lì, nella vicina Novello), ma tornate a scoprire le sue viuzze panoramiche quando non sono invase da migliaia di fan sfegatati del gruppo musicale di turno. Ovviamente, se andate a Barolo alla ricerca del buon bere, non potete perdervi i cinque piani del WiMu, il museo del vino allestito all'interno del castello che domina l'intero Paese (www.wimubarolo.it).
È certamente da qui che può partire una degustazione del rosso per eccellenza, quel vino che sorge in una zona protetta e controllata formata da undici comuni di grande tradizione vitivinicola, in cui l'uva Nebbiolo diventa Barolo e, per potersi chiamare tale, deve invecchiare almeno 38 mesi. Sono tante le cantine dove potete fermarvi a degustare e comprare un po' del miglior Barolo in circolazione: i Marchesi di Barolo (www.marchesibarolo.com), ad esempio, l'azienda agricola G.D. Vajra (www.gdvajra.it), la Cantina Francesco Borgogno (cantinaborgogno.com) o la Cantina Terre del Barolo (www.terredelbarolo.com). O ancora, ad Alba, c'è la cantina della famiglia Ceretto (www.ceretto.it), famosa anche per il suo Arneis, il celeberrimo e bevutissimo Blangé. Ci sono poi le colline del Barbaresco, che fanno capo ai comuni di Barbaresco e Neive. Anche qui parliamo di un vino ottenuto dal vitigno del Nebbiolo, che però è un po' più giovane, perché può invecchiare un anno in meno del Barolo. Se volete degustarlo, non perdetevi un giro all'Enoteca Regionale del Barbaresco (www.enotecadelbarbaresco.it), nella piazza del Municipio del comune che dà il nome a questo famoso vino. Qui troverete bottiglie di oltre 120 aziende, che rappresentano circa il 90% della produzione di utta la zona. C'è poi la zona di Nizza Monferrato, con il suo Barbera. Non siamo esattamente in Langa, ma un tour vitivinicolo non può prescindere da quello che è uno dei vini più noti e presenti sulle nostre tavole. Anche in questo caso, la degustazione può partire dall'Enoteca Regionale (www.enotecanizza.it), cuore pulsante della Barbera d'Asti. È qui anche che ha il suo centro la manifestazione Nizza è Barbera (www.nizzaebarbera.it), dedicata alla promozione e alla degustazione del Barbera d'Asti Superiore. Spostandosi dalle Langhe, ma proseguendo per il paesaggio vitivinicolo del Piemonte, non può mancare un giro a Canelli, patria dell'Asti spumante, il vino italiano Docg più esportato al mondo. Qui il tour prende piede tra le cosiddette “cattedrali sotterranee”, le cantine storiche della zona, in una delle quali Carlo Gancia nel 1850 diede vita al primo spumante italiano. Oggi se ne possono visitare quattro: le Cantine Bosca (www.bosca.it), le Cantine Contratto (www.contratto.it), le Cantine Coppo (Cantine Coppo) e , naturalmente, le Cantine Gancia (www.gancia.it).
Cosa e dove mangiare
Il buon vino non può che essere accompagnato con dell'ottimo cibo. D'altronde, se i vini delle Langhe sono famosi per la loro corposità, non possono che essere sostanziosi anche gli alimenti che li accompagnano sulle tavole locali. La zona è davvero piena di posti dove sedersi e gustare i sapori tipici della tradizione. Che la vostra scelta ricada su una trattoria dalle tovaglie a quadrettoni posate sui tavolacci in legno, o su un tovagliato bianco su cui poggiano posate d'argento, la regola del buon cibo qui regna sovrana, accanto a quella del buon bere: difficile davvero capitar male da queste parti. Ma ci sono alcuni prodotti che davvero non si può fare a meno di assaggiare. Se rientra nei vostri gusti (e nelle vostre capacità di spesa), il re dei prodotti langaroli è il tartufo bianco di Alba. Il momento migliore per assaggiarlo (e per acquistarlo, affidandosi al consiglio di qualcuno competente in materia) è probabilmente la Fiera Internazionale del Tartufo Bianco di Alba (www.fieradeltartufo.org), che quest'anno vedrà la sua 86° edizione, dall'8 ottobre al 27 novembre. Un programma ricco di eventi, workshop, corsi e degustazioni dedicate al Tuber Magnatum, in cui si inserisce anche una delle manifestazioni più storiche e divertenti della città di Alba, il Palio degli Asini (2 ottobre). Nel periodo giusto, praticamente ogni ristorante langarolo vi proporrà qualche piatto accompagnato dal tartufo. Per non sbagliare, potete dirigervi alla Piola di Piazza Duomo (www.lapiola-alba.it) ad Alba, il bistrot figlio del rinomatissimo ristorante stellato di Enrico Crippa. Oppure potete dirigervi all'Osteria dell'Arco (www.boccondivinoslow.it), ottimo locale che ha abbracciato in toto la filosofia di Slow Food. A Santo Stefano Belbo, poi, trovate anche il bistrot del lussuoso Relais San Maurizio (www.relaissanmaurizio.it), dedicato al tartufo a partire dal nome: è infatti il Truffle Bistrot di Giovanni Gullace, dedicato alla cucina tradizionale con un estro creativo che esprime in libertà. Per gli amanti dei primi, le Langhe offrono dell'ottima pasta fresca: i tajarin, ad esempio, o gli agnolottini del plin, rigorosamente fatti a mano e chiusi a pizzicotto. A Roddino c'è Gemma che li fa ancora così, nella sua famosa e sempre pienissima (è necessario prenotare con diverse settimane d'anticipo, per riuscire a trovare posto durante un weekend) osteria. Per non avere rimpianti di alcun genere, sappiate però che il posto migliore dove mangiare la pasta fresca langarola è probabilmente Guido (www.guidoristorante.it), dove la tradizione di mamma Lidia si è tramandata nelle sapienti mani del figlio Ugo Alciati. Ci sono poi i formaggi, che qui vengono prodotti in grandi quantità e in molte varietà, tutte saporitissime. Se non ci credete, andate pure a chiedere all'Onaf, l'Organizzazione Nazionale Assaggiatori di Formaggi (www.onaf.it), che ha sede al castello di Grinzane Cavour. Per dire, la Robiola di Roccaverano, il Castelmagno, il Bra, il Raschera, le Tome, la Paglierina o il Montébore, probabilmente il più raro formaggio del mondo, che viene prodotto in maniera tradizionale all'agriturismo Vallenostra (www.vallenostra.it). Un altro posto dove degustare prodotti tipici di grande qualità, provenienti esclusivamente dalle migliori aziende locali, è la Locanda dell'Arco a Cissone (lodarc.com). Una delizia tipica langarola sono anche le nocciole (non a caso è da qui che arriva la Nutella, la crema a base di nocciola più famosa al mondo). Se volete riscoprire il sapore di questo frutto, non perdetevi un salto ai noccioleti di Cascina Langa e un assaggio della loro Palmina, crema di nocciole tostate da agricoltura biologica. La nocciola è anche uno degli ingredienti locali amati da Pasquale Laera, a lungo secondo di Antonino Cannavacciuolo e oggi chef del ristorante del lussuoso Boscareto Resort (www.ilboscaretoresort.it). Infine (ma solo per una questione di spazio, altrimenti potremmo andare avanti quasi all'infinito, elencando cose buone da mangiare da queste parti), forse non tutti sanno che a Cherasco, in provincia di Cuneo, il piatto tipico sono le lumache. Se siete amanti del genere, fate un salto alla Trattoria Pane
e Vino (www.trattoriapaneevino.com).
Le stelle delle Langhe
Se la coccola che vi volete concedere nel vostro soggiorno langarolo è di quelle davvero speciali, sappiate che la ristorazione della zona offre un bel po' di stelle del firmamento Michelin. Ha tre stelle (ed è una tappa che ogni appassionato di enogastronomia deve provare almeno una volta nella vita) Piazza Duomo, il ristorante dell'immenso Enrico Crippa (www.piazzaduomoalba.it), che ha fatto del suo orto una delle meraviglie del mondo culinario. Due stelle per l'Antica Corona Reale (www.anticacoronareale.com), a Cervere. Una stella invece per la Locanda del Pilone ad Alba (www.locandadelpilone.com), per l'Enoteca di Canale (www.enotecadelroero.it), per il ristorante Il Centro a Priocca d'Alba (www.ristoranteilcentro.com), per il Ristorante di Guido da Costigliole, all'interno del Relais San Maurizio (www.guidosanmaurizio.com), La Rei a Serralunga (www.ilboscaretoresort.it), la Ciau del Tornavento (www.laciaudeltornavento.it), Guido a Serralunga (www.guidoristorante.it), Massimo Camia a La Morra (www.massimocamia.it) e il Ristorante Marc Lanteri al Castello di Grinzane Cavour (www.castellogrinzane.com).
di Valentina Dirindin