Moncalieri

Se state pensando che si tratti solo di una cittadina alla periferia di Torino, vi sbagliate di grosso: è un luogo che riserva sorprese, ricco di storia, di cultura e di cose da fare

Molti torinesi conoscono Moncalieri se non altroperché è il loro comune di nascita. Il reparto di maternità dell'ospedale Santa Croce è infatti da sempre un'eccellenza piemontese e qui sono nati, per dire, l'ex sindaco di Torino (e attuale presidente della Regione Piemonte) Sergio Chiamparino e la showgirl ex miss Italia Cristina Chiabotto. Luogo di nascite più o meno celebri, dunque, località adatta allo shopping e anche meta di villeggiatura per molti Torinesi. Almeno, così era a inizio Novecento e, se non ci credete, ci sono le cartoline dell'epoca a testimoniare come Moncalé, come da sempre la chiamano i Piemontesi, fosse un luogo di vacanza piuttosto frequentato. Se così era, un motivo sicuramente c'è. Città del jazz (il suo festival autunnale ­­‒ www.moncalierijazz.com ‒ è molto apprezzato dagli amanti del genere e molto frequentato per gli artisti internazionali che si esibiscono), regno indiscusso della trippa (che qui tradizionalmente viene insaccata), Moncalieri ha una storia interessante e antica, testimoniata dal patrimonio architettonico e monumentale che conserva.

Il Castello: un Patrimonio dell'Unesco in ristrutturazione 

Il suo maestoso Castello, patrimonio dell'Unesco, domina la città dalla cima della collina. Una delle più antiche fra le residenze sabaude, è il risultato dell'ampliamento di un fortilizio medievale, costituito da quattro torri circolari. Venne edificato all'inizio dell'anno Mille per volontà di Tommaso I di Savoia, fu ampliato una prima volta intorno alla metà del XVI secolo per volontà di Jolanda di Valois, moglie di Amedeo IX di Savoia e subì poi nuove trasformazioni e ampliamenti a opera di diversi artisti locali. Pare che il Castello fosse molto amato dalle fanciulle di casa Savoia, che qua venivano a soggiornare e a far educare i loro pargoli. D'altra parte, la città di Moncalieri ai tempi era una prestigiosa sede di studio, come testimonia anche il Real Collegio Carlo Alberto I, voluto dal sovrano sabaudo nel 1838 e affidato ai padri Barnabiti per istruire i giovani delle migliori famiglie piemontesi. Oggi il Collegio, opera dell'architetto Pio Taccone, si è trasformato in un museo, che ospita dipinti (nella Galleria dei “Principi degli Studi”), una collezione archeologica e una scientifica, una raccolta di strumenti scientifici e la collezione dei bollettini meteorologici raccolti da padre Denza (che qui lavorò dal 1859 al 1891), oltre alla Biblioteca storica.Tornando al Castello di Moncalieri, da residenza reale amata da regine e principini, venne destinata a tutt'altro uso: nel 1948, infatti, fu dato in consegna all'Arma dei Carabinieri. Purtroppo, oggi il Castello non è aperto al pubblico, visto che è ancora in fase di restauro dopo gli ingenti danni subiti dall'incendio divampato nel 2008 che ‒ pur non avendo causato fortunatamente feriti ‒ ha interessato gli appartamenti reali e la stanza in cui venne firmato il famoso Proclama di Moncalieri, un testo scritto da D'Azeglio e pronunciato da Vittorio Emanuele II per convincere il parlamento italiano a firmare la pace con l'Impero austriaco.Tutto intorno alla fortezza si estende per circa dieci ettari un imponente giardino all'inglese, oggetto di recenti lavori di restauro che hanno permesso il recupero degli edifici presenti nel parco, tra cui la Cavallerizza, la Casa del Vignolante, la Torre del Roccolo e il laghetto delle ninfee. Di fronte alla facciata principale, poi, si trova il Giardino delle Rose, dove nella bella stagione si svolgono diverse manifestazioni all'aperto, mentre a novembre si può partecipare alla mostra mercato Fiori d'Inverno, un'esposizione floreale organizzata dall’Accademia degli Archimandriti.

Il centro: una passeggiata fra vie, monumenti e mercatini

Non potendo visitare il Castello, simbolo più noto della città, si può fare un giro nel centro storico, che riserva diverse sorprese: una passeggiata per le vie dimostrerà anche ai più scettici che qui non siamo solo nella periferia torinese, bensì in una cittadina viva e dinamica, con negozietti, bar e ristoranti che vale la pena frequentare. Al centro, provenendo da via Torino, si accede attraverso la Porta Navina: l'unica delle quattro (o sei, secondo alcuni documenti) antiche porte difensive che davano accesso alla città e che costituiva l'ingresso verso ponente, in prossimità del porto fluviale sul Po (da cui il nome Navina). Su questa porta, un altorilievo di bronzo ricorda il Proclama di Moncalieri, firmato da Vittorio Emanuele II il 20 novembre 1849. Per un giro turistico del centro si può partire dal Palazzo Comunale, posto al centro di un'elegante piazza porticata: totalmente ristrutturato nel 1778 dall'architetto Pietro Mosso d'Andorno, il Palazzo è molto richiesto (anche grazie al balconcino che dà sulla piazza) come sede per i matrimoni civili. Tutto intorno alla sede del Comune, ecco l'antica piazza Maggiore (oggi piazza Vittorio Emanuele II), lastricata di ciottoli e dominata dalla severa facciata in cotto della chiesa di San Francesco e dal suo imponente campanile. Dalla piazza, percorrendo a piedi una scalinata, si può poi raggiungere facilmente la Colleggiata di Santa Maria della Scala, chiesa romano-gotica della prima metà del Trecento considerato uno dei più suggestivi monumenti dell'architettura sacra piemontese. Qui vengono conservate in un'urna settecentesca di argento e cristallo le reliquie del Beato Bernardo di Baden Baden, un principe tedesco morto tra le mura di Moncalieri sul finire del Quattrocento e diventato poi il patrono della città. Si trovano qui anche diverse opere d'arte interessanti, come il gruppo di statue in arenaria dipinta del XV secolo che raffigurano il Compianto sul Cristo Morto, le quattro storie della Vita della Vergine, realizzate da Michele Antonio Milocco (1754), l'icona della Beata Vergine dipinta nel 1765 da Beaumont e Molinari, la Madonna col Bimbo e Santi del Moncalvo, l'assorta Maria Clotilde di Savoia in preghiera, opera scultorea di Pietro Canonica (1912). In tutte le strade del centro, la prima domenica di ogni mese si svolge un interessante mercatino dell'antiquariato, con centinaia di bancarelle per collezionisti, appassionati e curiosi.

La cultura: le Fonderie Limone

Gli amanti della cultura, poi, non possono non fare un salto alle ex Fonderie Limone, meraviglioso esempio di recupero urbanistico post industriale. La vecchia fonderia è stata infatti recuperata nei primi anni Novanta grazie a un progetto che l'ha portata a diventare un'ampia e attiva fabbrica delle arti, luogo di produzione soprattutto di spettacoli teatrali inaugurato nel febbraio 2005 con la prima nazionale dello spettacolo Woyazeck di Georg Buchner. Oggi, lo spazio teatrale viene utilizzato per parte della programmazione del Teatro Stabile e ospiterà, per esempio, fino ad aprile 2016, l'Amleto a Gerusalemme, spettacolo che riunisce due grandi protagonisti del teatro italiano come Gabriele Vacis e Marco Paolini.

di Valentina Dirindin

envelopephone-handsetmap-marker
linkedin facebook pinterest youtube rss twitter instagram facebook-blank rss-blank linkedin-blank pinterest youtube twitter instagram