Sabato 17 marzo torna il Campionato in questa particolare disciplina fondato nel 2007 da Roberto Panizza: si sfideranno 100 concorrenti in arrivo da tutto il mondo
Qualcuno arriverà anche dall’Ohio. Dalla capitale Columbus, per l’esattezza, chiamata così in onore di Cristoforo Colombo. Nella valigia, tutto il necessario per la trasferta oltreoceano, più mortaio di marmo e pestello in legno, davvero fondamentali in questo viaggio in Italia, dato che l’occasione è il Campionato del pesto che torna quest’anno sabato 17 marzo. «Ma forse sarebbe meglio chiamarlo mondiale, dato che i partecipanti arriveranno davvero da tutto il mondo», sorride Roberto Panizza, cultore della tradizione culinaria ligure, ideatore dell’evento e presidente dell’associazione culturale Palatifini, che lo organizza. Le eliminatorie sono state in tutto 42. Oltre a Columbus, si sono svolte a Londra, a Parigi, a Madrid, in Giappone e ora è arrivato il tempo della finale a cui parteciperanno cento concorrenti. Sono professionisti e dilettanti della cucina e quel giorno si sfideranno sotto il soffitto tutto stucchi e affreschi della Sala del Maggior Consiglio di Palazzo Ducale, trasformata, per l’occasione, in una cucina. Qui infatti, i cuochi prepareranno la mitica salsa verde mettendo la loro maestria al servizio degli ingredienti della ricetta originale: basilico genovese dop, aglio di Vessalico, parmigiano reggiano dop, olio extra vergine ligure dop, pecorino fiore sardo dop, pinoli e sale grosso, decantati in questo preciso ordine da Panizza. «Qualche anno fa, il pesto era conosciuto quasi esclusivamente in Italia», racconta. E poi aggiunge: «Il Campionato è nato per promuovere nel mondo questo nostro prodotto tipico. Oggi, anche grazie a noi, il pesto sta vivendo un periodo di grande espansione e proprio per questo va tutelato, perché sono convinto che la memoria delle radici non vada perduta». Quella 2018 sarà l’edizione VII della gara, nata nel 2007, che oggi si svolge a cadenza biennale. A fare gli onori di casa sarà Alessandra Fasce, 37 anni, l’ultima regina del pesto, vincitrice nel 2016. Originaria di Genova, è aiuto cuoco in un ristorante di Fontanegli, dove continua a lavorare ancora oggi. Si comincia alle 11,30. I partecipanti avranno quaranta minuti di tempo per preparare il loro condimento a base di basilico. Poi, protagonisti diventeranno i 39 giudici, guidati da Roberto Panizza, a cui tocca anche il ruolo di presidente. Armati di cucchiaino, gli esperti assaggeranno il prezioso contenuto dei mortai fino a decretare il vincitore. La proclamazione avverrà alle 15,30 dello stesso giorno. Il tempo dei preparativi, dunque, stringe, ma l’associazione Palatifini sta lavorando anche su un altro importantissimo fronte: da anni è partita la richiesta all’Unesco per richiedere il riconoscimento del pesto come Patrimonio immateriale dell’Umanità. È un percorso lungo, che richiede l’invio di una montagna di documenti, ricette, foto, testimonianze e un’analisi attenta, prima in Italia e poi a livello internazionale. «Serve pazienza – ammette Panizza -, ma a marzo dovremmo finalmente avere i primi riscontri dell’iter italiano. La commissione intraministeriale prenderà in esame la nostra istanza».