Si è conclusa la 35esima edizione del Lovers Film Festival di Torino, il più antico festival sui temi LGBTQI (lesbici, gay, bisessuali, trans, queer e intersessuali).
In quest'anno un po' particolare (per così dire) non è comunque mancato un parterre di artisti e nomi decisamente interessante: il Lovers, anche e più di altri appuntamenti di questo tragico 2020, ha saputo far parlare di sé, attirare l'attenzione, e costruire contenuto. Per esempio con Love is Love, la prima opera metafisica di Achille Lauro, ha preso vita con una performance.
Nell'opera "Love is love" l’artista e musicista ha voluto raccontare il significato dell’essere oggetto di una discriminazione di genere, rinchiudendo in una gabbia due persone ed esibendo il loro sentimento in silenzio. La gabbia, minimale e fatiscente, ricorda le gabbie da circo e le due persone svestite all'interno due animali addestrati per l’ultimo spettacolo. L'atto d'amore, rinchiuso tra le sbarre, diventa metaforicamente solo intrattenimento per il grande pubblico, come se la scelta di amare necessitasse approvazione o applausi, raccontando la nudità che si percepisce quando si è sottoposti a giudizio. L’opera rappresenta la purezza di chi vuole solo scegliere l’amore in libertà, in contrapposizione agli stereotipi imposti dal mondo esterno e il pregiudizio verso il sentimento. Nella gabbia, come sospeso nel vuoto, il dipinto Love is Love realizzato dall’artista.
Premio Ottavio Mai: Adam di Rhys Ernst
Motivazione: per aver portato alla luce con onestà e naturalezza numerose dinamiche e limiti che abitano ognuno e ognuna di noi, ribaltando i contesti e il concetto di norma, presentando un microcosmo in cui la norma diventa minoranza e viceversa per analizzare le conseguenze e far emergere così le presunzioni, le convinzioni e tutti i paradossi della stessa comunità LGBT+. Per il coraggio di mettersi completamente in discussione, esattamente come ogni giorno mettiamo in discussione i sistemi precostituiti ed eteronormativi che permeano la società, assegnando e confermando a questo processo il significato di un profondo valore e in nessun caso quello di una debolezza.
Infine per il virtuoso utilizzo dei mezzi del cinema e del linguaggio universale della commedia, in particolare attraverso una sceneggiatura perfettamente corale, brillante, mai banale e in costante crescendo proprio come il percorso di formazione dei suoi e delle sue protagoniste.
Film vincitore: Always Amber di Lia Hietala e Hannah Reinikainen
Motivazione: Per il senso di onnipotenza e speranza che ti lasciano addosso le storie raccontate bene. Perché è innovativo, onesto, profondo e ti accompagna all’interno della tematica in modo travolgente. È uno sguardo intimo e quasi senza filtro capace di dare spazio ad una storia completa e accessibile che ci piacerebbe riempisse il cuore di più persone possibili.
Menzione speciale della giuria: Welcome to Chechnya di David France
Motivazione: Crediamo tutti che sia importante che si parli urgentemente del tema proposto e ci ha colpiti la qualità e la profondità dell’inchiesta proposta.
Film vincitore: La traction des pôles (Magnetic Harvest) di Marine Levéel
Motivazione: Avvalendosi di una splendida fotografia, dai toni luminosi, la regista de "La traction des pôles” riesce a far riflettere con ironia e intelligenza sull’amore omosessuale ai tempi delle app di dating e sull’importanza di riuscire a esprimere i propri sentimenti: il rimedio più efficace per combattere la solitudine.
Menzione speciale della giuria: Sirens di Juli Tudisco
Motivazione: Per la visione femminista intersezionale e la rilettura sovversiva del mito della sirena, non più portatrice di morte, ma liberatrice, espressa attraverso un uso vivace del colore e del suono
Film vincitore: Alice Júnior di Gil Baroni
Motivazione: Per aver raccontato con leggerezza, ironia ma anche con grande forza, determinazione e umanità, il percorso transgender di Alice, contro tutte le forme di omolesbotransfobia: la transessualità è fatta per splendere ma dobbiamo essere noi i creatroi della nostra felicità.
Film vincitore: Alice Júnior di Gil Baroni
Motivazione: Il film, con un linguaggio innovativo e sicuramente capace di rivolgersi ad un pubblico giovane, è una vera antologia di punti di vista che si scontrano attorno a dei nodi quali la libertà di essere e quella di amare. Il "corpo resistente" di Alice diventa il catalizzatore di tutte le soggettività non conformiste. Intorno alla sua persona ed alla forza della sua testimonianza del diritto a vivere sé stessa in un corpo sociale ostile si concentra una vera "politica delle alleanze", fatta da solidarietà genitoriale, coetane* che non si vogliono piegare ad una Norma che è concentrato di noia, un insegnante solidale, attorno ad una identità queer che sa raccogliere percorsi trans, gay, lesbici.
Una scintilla di luminosa e confortante allegria. Raccomandabile anche per un uso didattico!
Film vincitore: Alice Júnior di Gil Baroni
Motivazione: Per aver saputo raccontare con sguardo onesto e leggero il difficile tema dell'integrazione nel contesto adolescenziale e per averci ricordato che solo uniti siamo davvero forti.
Menzione speciale della giuria: El Cazador (Young Hunter) di Marco Berger
Motivazione: Per aver affrontato con chirurgica urgenza il rapporto fra adolescenti, sesso e pedofilia, raccontando una storia non banale con profonda empatia e potenza.