by Valentina Dirindin
“Food for Change”, il cibo come motore del cambiamento. È una dichiarazione d’intenti molto precisa e lungimirante quella lanciata attraverso il tema della nuova edizione di Terra Madre Salone del Gusto, a Torino dal 20 al 24 settembre 2018. Del resto, un segnale di quanto la componente etica e politica delle tematiche alimentari fosse centrale in questa edizione l’aveva già dato l’accorpamento (perfino nel titolo) del Salone del Gusto con Terra Madre, il progetto che raggruppa le comunità dell’alimentazione di tutto il mondo. L’obiettivo dichiarato è quello di rendere ancor più centrale il tema della sostenibilità e della funzione del cibo “come strumento per avviare una rivoluzione lenta, pacifica e globale” che parte dalle nostre tavole e dalle nostre scelte quotidiane.
Dopo la fortunata avventura di due anni fa, che vide il Salone del Gusto riempire gli spazi aperti della città (dal Parco del Valentino alle piazze del centro), quest’anno la manifestazione torna, anche per prudenza nei confronti del meteo, ad avere un tetto sulla testa e si ritrasferisce al Lingotto Fiere. Qui ci sarà spazio per quasi mille espositori, in rappresentanza di oltre cento Paesi del mondo, suddivisi in cinque aree tematiche (Slow Meat, Slow Fish, Semi, Cibo e salute, Api e insetti). Uno spazio speciale sarà inoltre dedicato alle cucine di Terra Madre, che riuniscono in un unico luogo il meglio della gastronomia dei cinque continenti.
Teatro di questa dodicesima edizione del Salone del Gusto non saranno esclusivamente le mura del Lingotto. Grazie al bando “Io sono Terra Madre”, infatti, sono oltre 150 gli eventi - inseriti nel programma ufficiale - organizzati da enti e associazioni in tantissimi quartieri della città. A San Salvario, ad esempio, si terrà il Festival internazionale della cucina mediterranea, mentre a Porta Palazzo, il principale mercato della città, torna il Migrantour, il progetto che mostra la città con gli occhi di chi è arrivato dopo di noi. Anche il quartiere Aurora, con la sua nuovissima Nuvola, head quarter di Lavazza, partecipa al Salone proponendo nel Museo Lavazza un viaggio interattivo alla scoperta dell’universo del caffè.
Golosi approfondimenti
Tra le proposte da non perdere ci sono gli spazi tematici. C’è quello dedicato al gelato, nato da un progetto di Alberto Marchetti, che propone un approccio al gelato buono, pulito e giusto, partendo da ingredienti selezionati e genuini. Qui si terranno anche diversi showcooking (gratuiti fino a esaurimento posti), curati dalla Scuola Internazionale di Alta Gelateria, in collaborazione con gelatieri italiani e internazionali.
C’è poi la Fucina Pizza e Pane, ideata in collaborazione con Agugiaro & Figna, uno spazio dove discutere di arti bianche, lievitati e panificazione, con un laboratorio di produzione del pane che rifornirà gli espositori e la vendita al pubblico dei panini gourmet realizzati con i prodotti dell’Arca del Gusto e dei Presìdi Slow Food.
Di grande importanza, vista la lunga tradizione d’eccellenza del territorio che ospita il Salone del Gusto, è anche lo spazio dedicato alla cultura del cioccolato. Il Cacao Camp, cluster interamente dedicato al mondo del cacao, sarà coordinato da Domori, azienda piemontese che per prima ha iniziato a produrre cioccolato esclusivamente a partire dal cacao aromatico e che negli anni ha fatto del controllo della filiera la propria ragione d’eccellenza. Il Cacao Camp coinvolgerà ospiti internazionali, produttori e delegati Slow Food che, insieme al fondatore di Domori Gianluca Franzoni, contribuiranno ad approfondire la conoscenza nel mondo del cacao, con seminari, laboratori e la dimostrazione “live” della creazione del cioccolato, grazie alle macchine Bean to Bar Multiprocess che trasferiranno negli spazi del Salone parte della produzione Domori.
Delegazioni internazionali
Tra gli spazi espositivi internazionali più attesi quelli di Slow Food Giappone, segno – con la sua folta delegazione in arrivo a Torino – di quanto l’associazione si stia radicando in Oriente. All’interno del mercato saranno presenti numerosi prodotti dell’Arca del Gusto, tra cui il tradizionale bonito conservato sotto sale, ingrediente principale del shio-katsuo; o l’arima sansho, noto anche come pepe giapponese.
Rimanendo sempre in Oriente, grande attesa anche per lo spazio di Slow Food Great China, che consolida un legame con il Paese che ha ospitato l’ultimo congresso internazionale dell’associazione.
Street food e birre artigianali
Il Salone del Gusto occuperà anche le serate dei torinesi, con un’apertura serale prolungata fino alle 24 per uno degli spazi più divertenti e goderecci della manifestazione: si tratta dell’area dedicata ai cibi di strada e alle birre artigianali (con oltre cinquanta birrifici partecipanti, con circa 300 birre in degustazione), la più grande mai realizzata da Slow Food per i suoi eventi, allestita all’aperto negli spazi di fronte all’Oval Lingotto. Lo street food lo troverete, così come accadde due anni fa, anche nella piazzetta di fronte a Palazzo Reale, in pieno centro città, dove si sistemeranno per i giorni della manifestazione sedici food truck d’autore, provenienti da tutta Italia. Proprio lì accanto, nella corte interna di Palazzo Reale, avrà invece sede l’enoteca, con oltre 600 etichette dei produttori del Progetto Vino, 200 Chiocciole Slow Wine e più di 100 Triple A (Agricoltori, Artigiani, Artisti).
Insomma, c’è da scommettere che durante i giorni del Salone il Lingotto diventerà un luogo di ritrovo per ogni genere di torinese, dal giovane alla ricerca di una serata sfiziosa al genitore alla ricerca del mondo di costruire un futuro migliore per i propri figli.