Diodato, raggio di luce

Un anno complicato per tutti, speciale (anzi meraviglioso) per il cantautore che ha aperto e chiuso il 2020 con due prestigiosi riconoscimenti

di Davide Fantino

«Tutto questo amore è il premio più grande». Così Diodato ha commentato a inizio novembre il riconoscimento ricevuto come Best Italian Act agli Ema (European Musci Awards) di Mtv. Come un atleta al termine della propria intensa e gratificante stagione agonistica, il cantautore nato ad Aosta (anche se artisticamente cresciuto a Roma e di origine tarantine) ha suggellato l’anno perfetto con un trionfo internazionale. Durante il 2020, mentre tutto intorno si addensavano nubi legate all’emergenza pandemica, lui è stato capace di intrecciare un filo di luce lungo tutti questi complicati mesi, fatto di uscite discografiche e pezzi già diventati memorabili che hanno toccato il cuore di tanti italiani e che gli hanno garantito vittorie e premi oltre ogni più rosea aspettativa.

La cavalcata comincia, quando ancora qualcuno crede (spera?) che il virus non arriverà mai dall’Est del mondo a noi, con la partecipazione al Festival di Sanremo: è il 4 febbraio e cinque serate dopo il brano di Diodato “Fai rumore” vince la competizione canora. Sono passati due anni da quando era salito con Roy Paci sul medesimo palco tra i Big per eseguire “Adesso” e sei da quando aveva fatto il suo esordio nella categoria Nuove Proposte con “Babilonia”. Il 14 dello stesso mese viene pubblicato “Che vita meravigliosa”, l’album che contiene il brano omonimo scritto per il film “La Dea Fortuna” di Ferzan Ozpetek e il successo “Fai Rumore”: nove mesi dopo è certificato disco d’Oro. L‘album è prodotto da Tommaso Colliva, produttore discografico di fama internazionale e vincitore di un Grammy Award nel 2015.

In mezzo, tra febbraio e novembre, c’è un filotto di risultati (per riprendere la metafora sportiva) che nessun altro artista italiano è mai stato in grado di raggiungere: nel 2020, infatti, vince a Sanremo, oltre alla gara, anche il Premio della critica Mia Martini, il Premio Sala Stampa Radio Tv e quello Web. In più si aggiudica il Premio musicale-letterario Lunezia, il David di Donatello 2020 e il Nastro d’Argento con il brano “Che vita Meravigliosa” come “Migliore canzone originale”.

A settembre il suo passato di studente del Dams, laureato in cinema, televisione e nuovi media, si è unito al presente musicale con una performance unica alla settantasettesima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. La Cerimonia di chiusura è stata eccezionalmente aperta proprio da Diodato, accompagnato dal violino del maestro Rodrigo D’Erasmo.

Il cantautore ha portato sul palco della Sala Grande del Palazzo del Cinema, una versione rivista di “Adesso”, uno tra i brani più celebri del suo repertorio (in gara al Festival di Sanremo 2018). Il brano racconta uno stato di consapevolezza: la volontà di sentire in maniera piena e quasi fisica il presente, in questo anno complicato più che mai terreno di profonda rif lessione sulla quotidianità, e sulle certezze che vacillano. Intanto è imminente, per ritornare alla sua passione per i media visivi, l’inserimento nel catalogo di Raiplay della docuserie “Diodato - Storie di un’altra estate”. È la ricostruzione per immagini, di suoni, ricordi e incontri della particolarissima estate 2020, in cui l’artista ha intrapreso un viaggio musicale per esibirsi per un breve tour all’interno di location da sogno come a Tindari o all’interno del Teatro Antico di Taormina. È un modo per raccogliere idealmente il meglio di questi dodici mesi e buttarsi sul 2021 con rinnovata fiducia. L’ultimo saluto di Diodato al 2020 ha, invece, la base musicale di “Fino a farci scomparire”, il più recente estratto dal suo album “Che vita meravigliosa” in rotazione da metà novembre su tutte le radio italiane:

“E ora lo vedi, con il tempo Tutto sembra avere un senso

Anche il nostro ritornare
A innamorarsi in questo altrove

Fino a farsi scomparire

Fino a farci scomparire”.

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