L'étoile danza con gli amici
Bolle si esibisce nel suo Gala itinerante che dal 2008 entusiasma platee di tutto il mondo. Vi raccontiamo per temi la vita del ballerino, in scena al Teatro Regio di Torino dal 29 al 31 dicembre.
Roberto Bolle è l’immagine della danza nel mondo. Ha raccolto il testimone dalle stelle del passato e cerca di avvicinare il grande pubblico a un tipo di intrattenimento troppo spesso considerato d’élite. Per riuscirci ha deciso da qualche anno di girare il mondo con un Gala che raccoglie attorno a lui amici e colleghi in spettacoli sempre diversi: sarà a Torino dal 29 al 31 dicembre al Teatro Regio con “Roberto Bolle and Friends”. Nell’attesa ne ripercorriamo la carriera.
LE CITTÀ
Milano Piemontese d’origine, nato nel 1975 a Casale Monferrato ma residente sin da piccolo a Trino Vercellese, ha vissuto dagli undici anni a Milano dopo aver partecipato alle audizioni per la Scuola di Ballo del Teatro alla Scala e aver superato la selezione. Dieci anni dopo, nel 1996, al termine di una rappresentazione di Romeo e Giulietta, è promosso sul campo Primo Ballerino da Elisabetta Terabust. A soli vent’anni diventa una stella internazionale della danza.
New York Nel 2009 è stato nominato “Principal” dell’American Ballet Theatre di New York, un onore mai tributato a nessun altro ballerino italiano. Per una buona parte dell’anno da allora vive nella Grande Mela: «Gli spettacoli sono tutti da metà maggio a metà luglio – racconta spesso - Ogni settimana vanno in scena al Metropolitan otto rappresentazioni e un balletto sempre diversi. Un impegno enorme e ricco di soddisfazioni con un gruppo affiatato di ballerini». Molti colleghi dell’ABT sono con lui sul palco del Gala Roberto Bolle & Friends.
Firenze Nel capoluogo toscano Bolle ha registrato e messo su dvd lo spettacolo allestito all’interno del Giardino di Boboli, irripetibile palcoscenico. Sempre a Firenze si è esibito in due location poco classiche per la danza come lo stadio Franchi l’estate scorsa («Servono i maxischermi per far apprezzare al pubblico lo spettacolo») e al Mandela Forum a novembre di quest’anno («Ogni luogo è una sfida, ma alla fine l’emozione arriva sempre a chi ci viene a vedere»).
L’INCONTRO
Rudolf Nureyev, considerato unanimemente uno dei più grandi danzatori della storia, è pronto alla sua ultima esibizione al Teatro alla Scala di Milano, nel 1990. In sala prove nota Roberto e chiede di mostrargli qualche esercizio alla sbarra. Bolle, appena 15enne, impressiona a tal punto la stella russa da convincerlo a richiedere ufficialmente la sua partecipazione per il ruolo di Tadzio in “Morte a Venezia” che sarebbe andato in scena all’Arena di Verona. L’istituzione milanese rifiuta per la giovane età, ma per Bolle è la conferma del proprio talento. È solo questione di tempo.
FIRST TIMES
Sabato 14 febbraio 1998, in occasione di uno spettacolo per la festa di San Valentino, Roberto Bolle è in prima pagina sul Times, il quotidiano inglese fondato nel 1785. Per lui, una sorta di investitura a livello internazionale. Quindici anni dopo, per un’esibizione londinese, lo stesso giornale lo definisce semplicemente “King of the Dance”.
ELISABETTA II, GIOVANNI PAOLO II, XX OLIMPIADI INVERNALI
Tre momenti pubblici di grande intensità ed emozione. La celebrazione della dinastia inglese, la fede incarnata nella figura di un Papa molto amato, l’epica dello sport raccontata dai Giochi Olimpici. Con ordine: nel 2002 Bolle viene invitato ad esibirsi per festeggiare i cinquant’anni di regno di Elisabetta II. Roberto è l’unico artista italiano e danza all'interno della Sala del Trono di Buckingham Palace “Cigno nero pas de deux” con Zenaida Yanowsky. Il primo aprile di due anni dopo è sul sagrato di San Pietro nell’assolo “Ave Verum” di Mozart in occasione dell’incontro di Papa Giovanni Paolo II con i giovani. Passano altri due anni e nella cerimonia di apertura dei XX Giochi Olimpici Invernali si esibisce a Torino, nel nativo Piemonte, in una coreografia che racconta l’arte italiana.
BOLLE AND FRIENDS
Uno dei meriti di Bolle è aver portato la danza a un pubblico e in luoghi fino ad allora mai raggiunti. Gran parte del merito va all’idea del Gala “Roberto Bolle and Friends” che nasce
dal 2008 come vera e propria tournée. Tra le esibizioni più suggestive ci sono quelle al Duomo di Milano e in piazza Plebiscito a Napoli. Il programma del Gala è sempre una sorpresa, il meccanismo lo spiega Sergio Trombetta direttamente nella presentazione della stagione del Teatro Regio: «È un cocktail calibrato e complesso che prende vita ovviamente dal gusto personale della nostra stella, ma che tiene conto di conoscenze e suggerimenti di danzatori e danzatrici con i quali è unito da profondi legami artistici e di amicizia… Alla base c’è un mix abile e convincente che nel tempo ha voluto dire accostare, per esempio, il passo a due del cigno nero dal "Lago dei cigni", la scena del balcone dal Romeo e Giulietta nella splendida versione di MacMillan, un brano della Dama delle camelie di John Neumeier, accanto a un divertito esperimento di ballare con se stesso in 3D».
UNICEF
È Goodwill Ambassador dell'UNICEF Italia dal 1999 con la motivazione e l’impegno ufficiali di «sensibilizzare e coinvolgere l'opinione pubblica, ed in particolar modo il mondo giovanile, sui problemi dell'infanzia, testimoniando e promuovendo la solidarietà e il sostegno alle nostre iniziative». È stato testimonial di diverse campagne di raccolta fondi e ha personalmente controllato i progressi avvenuti in tema di vaccinazione e scolarizzazione con due viaggi: il primo nel 2006 nel sud del Sudan e il secondo nel 2010 in Repubblica Centroafricana.
CON L’OCCHIO DEGLI ARTISTI
Alcuni dei registi cinematografici più sensibili vedono in Bolle un interprete troppo interessante per non provare a realizzare qualcosa insieme. Il gallese Peter Greenaway
lo sceglie come protagonista dell'installazione “Italy of Cities” per il padiglione Italia dell’Expo di Shanghai 2010. L’artista americano Bob Wilson, regista, pittore, scultore, designer e coreografo, gli dedica “Perchance to Dream” (frase tratta dal monologo shakespeariano di Amleto “To Be or not to be”), uno dei suoi Voom Portraits, video ritratti sperimentali, esposti per la prima volta a New York. Bruce Weber, noto fotografo di moda, gli ha dedicato la raccolta di immagini “Roberto Bolle – An Athlete in tight”. Sono alcuni degli scatti più celebri del ballerino italiano.
L’ALTEZZA
Bolle è alto un metro e 87 centimetri, tanto per un ballerino. Lui stesso ammette che tale caratteristica fisica ha aumentato le difficoltà del suo lavoro, ad esempio nell’esecuzione dei passi veloci e nella ricerca dell’equilibrio. Dall’altro lato lo considera una grande fortuna, come recentemente affermato in occasione della più recente esibizione fiorentina: accresce la presenza scenica e la forza evocativa che riesce a trasmettere ai suoi personaggi. In più gli ha permesso di esibirsi con colleghe come Svetlana Zakharova (175 cm) e Sylvie Guillem (171 cm) fuori portata per ballerini più bassi.
L’ANZIANA SIGNORA
La predisposizione è importante ma la fatica per realizzare il sogno la conosce solo chi arriva in fondo ai propri desideri. Roberto Bolle inizia l’attività sportiva con il nuoto, andando in piscina con il gemello Maurizio. Il sabato sera a casa si esibisce in salti e piroette guardando i varietà degli anni Ottanta e, a forza di insistere, si fa iscrivere all’Accademia di Ballo di Vercelli. Dopo essere entrato alla scuola della Scala di Milano vive in una stanza presa in affitto da un’anziana signora. Ci vive dal lunedì al venerdì: «Non vedevo l’ora che arrivasse il weekend».
Ci sono stati momenti di scoramento, ma non ha mai mollato, tra rinunce inevitabili e tanta fatica, come gli allenamenti quotidiani alle otto di mattino e la scuola da frequentare la sera a partire dalle diciotto.
I TITOLI (IN CODA)
Nel 2009 è coinvolto nelle attività del World Economic Forum di Davos, che lo elegge Young Global leader 2009.Il presidente Giorgio Napolitano lo nomina nel novembre 2012 Cavaliere dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana, per i meriti acquisiti verso il Paese in campo culturale. Nel 2014 ha ricevuto a Parigi la Medaglia dell’Unesco per il valore culturale universale della sua opera artistica, come «riconoscimento del suo contributo alla promozione delle idee dell'UNESCO attraverso la danza come espressione culturale vivente e come vettore di dialogo».
di Davide Fantino
Foto di Giovanni Gastel.