Coalvi: boom di carne trita e per lunghe cotture. La pandemia fa riscoprire le macellerie

di Sabrina Roglio

Sono oltre 4400, gli hamburger che sono stati donati dai cittadini tramite le macellerie Coalvi. Si tratta di un'iniziativa benefica che segue quella degli inizi di aprile quando le quasi cento punti vendita aderenti hanno regalato circa 10mila hamburger al Banco Alimentare. I clienti potevano infatti per tutto il mese di aprile aggiungere al prezzo simbolico di un euro un ulteriore hamburger al totale. Ma Coalvi non è nuova a queste iniziative “Nel mese di febbraio – racconta Giorgio Marega, direttore Coalvi, ancora lontani da qualsiasi emergenza, abbiamo donato al Banco Alimentare del Piemonte 700 kg di bresaole”.

Coalvi da oltre trent’anni certifica l’origine di una carne ottenuta dai bovini di Razza Piemontese, con 250 punti vendita in tutta Italia, 1500 allevamenti e circa 20mila bovini etichettati ogni anno.

“In questi mesi di lockdown le macellerie sono tornate al centro – spiega Marega – e noi come consorzio le abbiamo aiutate fin da subito a fornire ai clienti il miglior servizio possibile. Abbiamo creato dei manuali per dare loro indicazioni precise sulle corrette prassi igieniche per mantenere la catena del freddo nella consegna a casa, li abbiamo aiutati a implementare il pagamento tramite web, abbiamo supportato molti punti vendita nel creare un catalogo online con whatsapp business e a migliorare i loro profili social”.

Il consorzio Coalvi è molto attivo nel campo del web marketing: ha una pagina Facebook seguita da quasi 65mila persone, cura circa 30 pagine Facebook di altrettante macellerie, ha un sito aggiornato e un gruppo Facebook interno per parlare e scambiarsi informazioni con i macellai aderenti al consorzio.

“Se con la chiusura dei ristoranti c'è stato un azzeramento del fatturato derivante dal quel settore, le macellerie, soprattuto quelle delle grandi città, hanno visto un aumento delle vendite – racconta Marega-. C'è stato un boom di richieste di carne trita per ragù e polpette, ma anche di tagli come gli arrosti, i bolliti e i brasati - continua – Molti macellai si sono dovuti rinnovare e crescere in fretta e molti consumatori hanno riscoperto la macelleria tradizionale con i suoi servizi”. Come vede il futuro del settore? “ Stiamo pensando ad un servizio 'drive in' con ritiro della spesa ordinata caricata direttamente in macchina per velocizzare le lunghe attese - conclude Marega – ma i servizi di delivery non spariranno. Siamo fiduciosi e ottimisti”.

Abbiamo voluto raccontare le storie di alcuni produttori, negozianti, imprenditori di Torino e del Piemonte e di come hanno reagito alla pandemia in corso. Alcuni non hanno mai smesso di lavorare, altri hanno cercato di reinventarsi, tutti hanno dovuto ripensare alla propria attività.

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