Mirabilia: torna il festival dedicato al circo
di Marta Ciccolari Micaldi
Torna anche quest’anno il Mirabilia International Circus & Performing Arts Festival, giunto alla sua XIII edizione. Il festival estivo dedicato al circo, alla danza, al teatro e alle arti performative che tradizionalmente coinvolge la provincia di Cuneo si svolgerà dal 25 al 30 giugno e avrà come tema il territorio stesso. O, come recita il titolo vero e proprio dell’edizione, One Land One Festival.
Ospitando diverse compagnie nazionali e internazionali, il festival intende portare a Fossano e Busca - i due centri principali della manifestazione - una pluralità di linguaggi che possano sì intrattenere il pubblico, ma anche sorprenderlo e coinvolgerlo in modi diversi. Ecco perché molti degli spettacoli e delle performance si svolgeranno in luoghi non convenzionali: cave di alabastro, piscine, castelli, chiese e naturalmente la strada.
Naturalmente, il territorio. Coinvolto anche da una serie di workshop, mercatini artigianali e attività per i bambini a completamento del cartellone artistico.
Tra gli spettacoli circensi più attesi c’è il trascinante mondo spensierato e ironico di Younak, la continuazione del famoso spettacolo dello spagnolo Adrian Schvarzstein Cirkus
Kletzmer, portato in scena dalla prima compagnia di circo contemporaneo slovacca. Tra gli spettacoli più intensi e insoliti, invece, c’è Stabat Mater. Creazione per sei voci e un Duomo del Faber Teater, compagnia indipendente piemontese che da vent’anni lavora sulla relazione attore-spettatore grazie alla creazione di performance in cui solitamente si intrecciano azione, pensiero e creazione collettiva.
E, in questo caso, potremmo aggiungere anche spiritualità. Lo spettacolo del 30 giugno (ore 12.15) avrà infatti luogo in una chiesa - precisamente il santuario di Valmala a Busca - e userà i suoi spazi, la sua acustica, le sue luci per cantare l’esperienza del dolore, dell’ingiustizia, della perdita. Ideato e scritto dalla musicista e ricercatrice Antonella Talamonti, Stabat Mater è un progetto - diventato ormai itinerante dopo aver "abitato" sei chiese torinesi, concludendosi nel Duomo e nella Cappella della Sindone lo scorso 15 aprile - concepito affinché venga cantato dai sei attori cantanti del Faber Teater in diverse lingue e dialetti e in completa interazione con uno spazio sacro ogni volta differente, ogni volta studiato nelle sue componenti storico-architettoniche, acustiche ed emotive. Mentre gli spettatori restano seduti nei banchi, infatti, gli attori cantanti si muovono, cambiano posizione così da offrire al pubblico diverse “interpretazioni” dell’ambiente circostante. Un ambiente che, in tal modo, fa scoprire al pubblico attraverso l’udito e le emozioni le proprie risonanze segrete, le proprie caratteristiche simboliche e materiche.