Multicanalità e solidarietà, la ricetta de gliAironi per superare la crisi

di Sabrina Roglio

“Siamo fortunati, il nostro è tra i prodotti e servizi di prima necessità e non ci siamo mai fermati”. A parlare è Gabriele Conte de gliAironi, azienda leader nella produzione di riso del vercellese. Gli abbiamo chiesto di raccontarci questi primi due mesi (abbondanti) di lockdown. “Abbiamo visto azzerare il 15-20% del fatturato, principalmente quello legato alla ristorazione e un 5% di ordini non partiti per l'estero. Siamo distribuiti in 40 paesi del mondo c'è stato un leggero rallentamento ma non come in Italia. Poteva andare peggio se non avessimo scelto già da qualche anno di spostarci verso una multicanalità distribuitiva - spiega- Venti anni fa il nostro era un prodotto di nicchia per la nicchia, abbiamo deciso di aprirci anche alla grande distribuzione organizzata prima con Eataly, poi Esselunga e dal 2019 con Nova Coop e questo ci ha permesso di avere una diffusione più capillare su tutto il territorio. Inoltre ogni anno ci inventiamo qualche prodotto nuovo, dalle barrette di riso, ai preparati dei risotti gourmet con ingredienti disidratati; dal Sakè, al riso affumicato”.

La strategia de gliAironi è stata vincente ma Conte fa un'analisi della filiera agroalimentare: “il nostro comparto può tirare un sospiro di sollievo ma alcuni produttori sono in sofferenza: penso a quelli che non sono legati alla grande distribuzione organizzata ma esclusivamente ai ristoranti o ai catering e faccio il tifo perchè le attività commerciali ripartano”. Secondo Conte la ristorazione ripartirà lentamente e sperimentando nuovi sistemi esperienziali per l'utente, magari con difficoltà ma ce la farà.

Se il coronavirus ci ha imposto il distanziamento sociale non ha fatto mancare gesti e azioni di solidarietà. GliAironi che già pre lockdown donava prodotti sotto scadenza a parrocchie e al Banco alimentare ha abbracciato fin da subito le varie idee di chef amici. A partire dalla iniziativa con Carlo Ricatto, titolare di Bricks Pop Tapas e Pizza che ha lanciato la pizza sospesa per i medici e gli infermieri degli ospedali Amedeo di Savoia e Molinette e poi per due mesi ha cucinato il riso gliAironi da distribuire ai sanitari. Da metà aprile, l'azienda vercellese ha “sposato” un'altra iniziativa, Sonriso: un delivery vegetariano e senza glutine a base di riso cucinato tre amici chef Marco Miglioli, Marco Sforza e Domenico Volgare che è anche solidale perchè parte dei proventi vengono utilizzati per cucinare pasti per la Caritas. “Non potevamo non aderire a un progetto che vede al centro il riso di qualità, cucinato da bravissimi chef - racconta Conte -In più, la componente solidale del progetto è quella che ci sta particolarmente a cuore: è encomiabile che questi grandi professionisti si mettano al servizio di chi ha più bisogno in questo momento, e noi vogliamo contribuire con il nostro prodotto”. Per far sentire meno soli e annoiati i clienti gliAironi ha anche lanciato sui social il contest Tu lo cucini, Noi doniamo: a tutti coloro che aderiscono all'iniziativa viene spedita a casa una confenzione di Nebbia, ovvero riso Carnaroli affumicato con legno di ciliegio per 14 ore. Per ogni ricetta ricevuta e socializzata verranno devoluti 10 euro all’Ospedale di Vercelli.

 

Sul futuro del comparto e più in generale di come ci cambierà questa pandemia Conte distingue tra problemi pratici “Come azienda siamo già abituati a regole e protocolli di sicurezza legate alle certificazioni, in questa fase le abbiamo rese più stringenti” a quelli più 'sociali': “La nostra azienda (lavorano circa 15 persone ndr) è come una famiglia, è difficile stare distanti, misurarci la febbre tutti i giorni, non poterci toccare essere vestiti come in ospedale. Ma il mio pensiero, ho una figlia di 15 anni, è ai giovani: sono i più ligi ma sento che questo momento sta lavorando negativamente su di loro. I problemi non sono di carattere economico ma a livello sociale. Cosa succederà di noi come persone?”.

Abbiamo voluto raccontare le storie di alcuni produttori, negozianti, imprenditori di Torino e del Piemonte e di come hanno reagito alla pandemia in corso. Alcuni non hanno mai smesso di lavorare, altri hanno cercato di reinventarsi, tutti hanno dovuto ripensare alla propria attività.

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