Cucine solidali: i ristoratori torinesi al servizio di chi ha più bisogno

Un nuovo progetto vede in rete i ristoratori torinesi, e non si tratta di business ma di beneficenza. Il progetto si chiama “cucine solidali”, e raccoglie molti nomi noti della ristorazione cittadina, uniti dallo scopo benefico di cucinare per i più bisognosi.

Molti di loro, già da tempo, si erano attivati mettendo a disposizione il loro tempo e la loro professionalità per aiutare il numero (purtroppo crescente, vista la crisi) di persone che a Torino ha bisogno di un pasto caldo. Con i loro pasti serviranno la mensa dei Frati Minori, la distribuzione ai senza tetto della Comunità di Sant’Egidio e gli asili notturni del Centro Torinese di Solidarietà. Ogni chef, con la sua brigata e le sue materie prime, cucina nel proprio ristorante. I trasporti giornalieri dei pasti dal ristorante alla mensa sono a cura della Croce Verde.

Ora, hanno deciso di fare rete, unendo le forze e lasciando da parte le differenze. In "Cucine solidali" infatti c'è un po' di tutto, dalla trattoria allo stellato, dal piemontese all'etnico.

I ristoranti di Cucine Solidali

Tre Galline Ristorante Carignano Del Cambio
La Limonaia
Fuzion
Accademia Food Lab Condividere
Du’ Cesari
Eataly
Era Goffi
Magazzino 52
Opera
Spazio 7
San Giors
Vale un Perù
Tre Galli
Carlina
Gaudenzio
Vimini

Il Manifesto

Durante il periodo di restrizione sanitaria a causa dell’epidemia di COVID19 i nostri ristoranti sono stati chiusi.
Purtroppo non solo i ristoranti.
Molte persone hanno perso il lavoro o sensibilmente diminuito le proprie disponibilità e, al contempo, l’emergenza ha ostacolato l’attività delle reti di accoglienza cittadine.
Sono aumentate le richieste, diminuite le offerte d’aiuto.
I ristoranti di Torino hanno così dato origine ad un moto spontaneo di solidarietà che è cresciuto coinvolgendo sempre più ristoranti e cuochi, oltre a produttori e associazioni di volontariato, preparando in poche settimane migliaia di pasti per chi aveva bisogno di cibo. Probabilmente un movimento che nella ristorazione italiana non ha pari.
E quando i ristoranti hanno riaperto e il lavoro è ripartito, nessuno si è tirato indietro, perché ogni cuoco e ogni ristoratore che ha partecipato a quest’avventura aveva ormai chiaro che non ha senso cucinare per i propri clienti dimenticando i bisogni di chi è rimasto indietro.
Così è diventato un nostro obiettivo, e una caratteristica condivisa che unisce i nostri ristoranti quanto l’amore per i cibi del nostro territorio e per la città, prenderci cura con continuità e costanza di parte del fabbisogno delle mense cittadine.
Al momento della formazione di questo manifesto che ci definisce tutti, senza distinzione tra trattorie e ristoranti, locali etnici, gastronomici o tradizionali, abbiamo già preparato
35000 pasti, ma il nostro progetto è molto più ambizioso.
Senza ipocrisie e con determinazione, proveremo a costruire una gastronomia torinese di alta qualità etica e non solo alimentare, ci impegneremo a colmare il divario tra divertimento e nutrimento, opulenza e sopravvivenza, abbondanza e scarsità.
Saremo ristoranti che faranno del “km zero umano” un tratto comune e, se possibile, un modello da copiare.

La parte artistica

Il fotografo Davide Dutto ha seguito e documentato il progetto creando un grande mosaico di primi piani dei protagonisti, evidenziandone così l’aspetto corale e trasversale. Il progetto artistico è completato da un video di animazione di Wilson Querin e Angelo Mastrolonardo.

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