LIBRI: Leggere Palermo
By Marta Ciccolari Micaldi
Una delle città più affascinanti e gloriose del mondo, per tutto il 2018 Palermo è Capitale Italiana della Cultura. Insieme agli eventi che celebrano la sua storia, il suo tessuto multiculturale e la sua bellezza mozzafiato, oggi suggeriamo tre libri che ne svelano gli aspetti meno turistici e più autentici.
Il tempo materiale
Giorgio Vasta
Palermo, 1978. Tre ragazzini appena undicenni hanno un mito, un mito che arriva da lontano in forme violente e rivoluzionarie. Le Brigate Rosse, presenti nella vita dei tre protagonisti attraverso i discorsi dei grandi, i giornali ma soprattutto la televisione, diventano un modello da emulare: per prima cosa si danno nuovi nomi (Nimbo, Scarmiglia e Bocca), poi si costituiscono come piccola cellula terroristica e infine iniziano a compiere gesti estremi, dalla bomba nel cortile della scuola al rapimento e omicidio di un compagno, Morana. Ambientato nell’anno dell’attentato ad Aldo Moro, il romanzo di Vasta racconta la storia di un immaginario, un immaginario tutto italiano che trova nella Palermo più periferica e infantile nuovi confini e inedite declinazioni. Le stesse che vengono modellate con stile nella scrittura dell’autore, anch’egli palermitano.
La lunga vita di Marianna Ucrìa
Dacia Maraini
Un classico dei classici, uscito nel 1990 ma ambientato in quella Palermo settecentesca tanto nobile quanto spietata nella sua arretratezza culturale e nella meschinità di alcuni codici d’onore. Marianna, la protagonista del romanzo più celebre di Dacia Maraini, è costretta dalla famiglia a sposare lo zio, rispettando così quella legge non scritta per cui l’onore di una donna si realizza nello “sposare, figliare, fare sposare le figlie, farle figliare, e fare in modo che le figlie sposate facciano figliare le loro figlie che a loro volta si sposino e figlino…”. Marianna, però, è diversa dalle altre donne: è sordomuta, è riflessiva, è tenace nel desiderare per sé un vero amore e una vita più sincera. Sarà proprio questa spinta verso la verità che le farà scoprire la ragione della sua menomazione e così del suo destino, in lotta tra dolore e rivincita.
Carne mia
Roberto Alajmo
In questa piccola rassegna non poteva mancare un romanzo edito da Sellerio, la casa editrice palermitana più autorevole del panorama letterario italiano. E con lei anche Roberto Alajmo, giornalista, direttore del Teatro Biondo di Palermo dal 2013 e scrittore di storie decisamente legate alla città. Come questa, in cui al centro c’è una famiglia e un borgo, anzi il Borgo Vecchio, uno dei quartieri più poveri di Palermo, proprio contiguo a quello più prestigioso. Qui due fratelli, Enzo e Franco, e la loro madre portano avanti quella che potremmo definire l’attività di famiglia, iniziata dal padre prima che scomparisse da un momento all’altro: una bancarella abusiva di frutta e verdura, con tanto di ombrellone di giorno e briscola con gli amici di sera. Un ritratto anni Novanta baciato dal sole, da una scrittura incalzante, dalla presenza di personaggi memorabili ma maledetto da una lotta contro la modernità che porterà la fine di questa storia lontano da Palermo, in Spagna.