San Salvario, il quartiere sociale di Torino
IL QUARTIERE SOCIALE DI TORINO
Se è vero che negli ultimi due anni si sente parlare di San Salvario solo per la sua selvaggia vita notturna, è altrettanto vero - ma di sicuro meno sottolineato dai media - che in nessun altro quartiere della città si respira la stessa aria: non solo vivace e multiculturale, ma anche avanguardista, cooperativa e molto comunitaria. San Salvario è come un piccolo paese, una repubblica in miniatura i cui abitanti vogliono conoscere i propri vicini, mettono a disposizione il loro tempo per aiutare la comunità, creano sinergie e collaborazioni per migliorare la qualità della vita e il carattere dello spazio sociale.
In nome della cultura, delle buone pratiche e dell’ambiente, infatti, da almeno dieci anni il quartiere torinese a ridosso della stazione ma non ancora in pieno centro si distingue per il moltiplicarsi di iniziative sociali innovative che, se da un lato gareggiano in abbondanza con i locali notturni, dall’altro caratterizzano in modo forte il suo aspetto diurno, quello che più di tutti - secondo noi - lo rende un quartiere speciale e, per il momento, ineguagliato dal resto della città.
Come fare, dunque, per godere di questo aspetto di San Salvario senza farsi influenzare da tutto il frastuono - sia reale che leggendario - della sua movida? Una passeggiata per le vie del quartiere, in una giornata autunnale di sole, può essere la soluzione ideale: dal verde del Valentino ai locali che propongono pranzi etnici o spuntini bio, dagli studi di design alle vinerie, se si fa un giro a San Salvario è bene sapere che ci sono alcuni punti fermi da cui è indispensabile passare oppure farsi aiutare.
Innanzitutto la Casa del Quartiere di via Morgari, una vera e propria istituzione per la vita comunitaria della zona, quella che ha dato il via al nascere di tutte le altre: è qui, infatti, che si svolgono progetti come la Banca del tempo o la Ciclofficina o, ancora, l’apertura di diversi sportelli gratuiti per i cittadini. C’è quello per il co-housing del progetto Coabitare, oppure quello per i genitori con figli adolescenti e altre categorie sensibili (pensionati, immigrati, donne); così come, tra i servizi proposti, ci sono diverse attività rivolte alle neomamme o alle donne in gravidanza. Periodicamente la Casa del Quartiere organizza corsi di lingua, serate teatrali, riunioni di quartiere e cene a tema. Per restare aggiornati sul calendario e sulla fitta programmazione c’è il sito www.casadelquartiere.it.
Simile nella sua volontà di aggregazione ma diverso per età e missione è il Lombroso 16, polo culturale nato soltanto nel settembre 2013 e già assiduamente frequentato dagli abitanti del quartiere e dell’intera città. Situato proprio in via Lombroso 16, il centro accoglie la biblioteca civica Natalia Ginzburg, una terrazza verde attrezzata con tavoli e bar, un coworking e una serie di sale e spazi in cui svolgere corsi e workshop. È proprio questo, infatti, il pezzo forte del Lombroso 16: la sua offerta culturale e artistica, studiata ed elaborata in collaborazione con giovani professionisti che lavorano nei campi dell’editoria e del design e che qui mettono le loro competenze al servizio della comunità. Per conoscerli dal vivo e per avere un’idea della programmazione del Lombroso 16, il 18 settembre il centro apre le sue porte per un Open Day che si annuncia ricchissimo. Qui tutte le novità:
Se è esattamente di queste iniziative che sentite il bisogno e non sapete come fare a riceverne notizia, o anche se è un locale alternativo quello che state cercando nel quartiere, o ancora una bottega artigianale dove fare shopping, è utile sapere che per questa zona della città esiste una fonte ineguagliabile di informazioni: La Repubblica di San Salvario, un blog aggiornatissimo e molto ben curato sulla vita del quartiere, i suoi locali, i personaggi, la cultura, i progetti e l’attualità. È proprio da questo giornale online che l’idea di “repubblica” prende vita ed è proprio su questa metafora che si basa il suo taglio editoriale: “Repubblica di San Salvario assomiglia abbastanza al quartiere di cui parla, un emporio colmo di mille cose le più diverse, in cui trovi un po’ di tutto e dal quale esci sempre con qualche cosa nella borsa”.
È su questo blog, infatti, che lo scorso maggio è uscita la notizia di un’iniziativa molto interessante, di cui si è svolta per ora la prima edizione e di cui siamo in attesa della seconda: il Social Street di via Madama Cristina, ovvero un progetto sia social (gruppi chiusi su Facebook) che concreto per rendere i vicini di casa ancora più vicini, conoscerli, scambiare con loro necessità e professionalità ed elaborare progetti di interesse comune. Questo tipo di iniziativa, perfettamente in linea con il carattere aggregativo del quartiere, sembra fare il paio con un vecchio progetto approdato adesso a livello nazionale e da sempre sostenuto con grande determinazione da San Salvario: Sostenibile. Ovvero, una app per smartphone e pc in cui utenti ed esercenti mettono in evidenza le buone pratiche ambientali dei locali o dei propri esercizi: dal riciclo e la raccolta differenziata dei rifiuti all’installazione del wi-fi, dal basso volume della musica alle strutture per accogliere gli animali, dal menu vegetariano alla promozione dell’arte locale.
Un taglio assolutamente sostenibile è quello di una delle ultime creature di San Salvario: Pandàn, un emporio a conduzione sociale. O anche: una sartoria, un atelier, una caffetteria, un forno artigianale. Lo spazio di via Pio V 15 bis si presenta infatti come un luogo in cui si entra per prendere un caffè con un’amica e si esce dopo due ore con la pancia piena e qualche acquisto d’artigianato locale in borsa. E in cui il tempo trascorre nella piacevolezza di un arredamento originale e ben curato, nel gusto dei prodotti a km0 e nell’atmosfera informale di una cooperativa.
A proposito di atmosfera informale e shopping di qualità, uno degli appuntamenti più attesi del quartiere è il San Salvario Emporium, il mercato della creatività emergente che si svolge in piazza Madama Cristina più o meno una volta ogni due mesi. Riunendo artisti, stilisti e designer da tutto il quartiere e da tutta Italia, la domenica dell’emporio diventa uno spaziotempo aggregativo in cui gli abitanti della zona vanno alla scoperta di bigiotteria di plexiglass, luci al neon trasformate in oggetti d’arte, arredi realizzati con materiale di recupero, libri e abiti insoliti, borse vegan, fotografie vintage. L’unica difficoltà, in una giornata del genere, è tenere a freno la frenesia da “prenditutto”! Buona passeggiata.
di Pietro Raboni