Luca Bianchini: Il destino dei miei libri

Esce in libreria Dimmi che credi al destino, il nuovo romanzo di Luca Bianchini, uno dei giovani scrittori italiani più apprezzati dal grande pubblico. E, mentre si lavora al film di Io che amo solo te (sul quale Luca mantiene il massimo riserbo), lui si gode il suo successo. Tra una cena con Belen e un selfie con Luca Argentero

È un uomo da più di 250mila copie, Luca Bianchini, uno di quegli scrittori che tutte le case editrici vorrebbero avere in catalogo. Gli autori così mainstream, in Italia, si contano davvero sulle dita delle mani. Ma non è solo una questione di copie vendute: non tutti sanno essere così pop, così vicini ai propri lettori, così in sintonia con il grande pubblico. In questo, il migliore di tutti è probabilmente Fabio Volo. Ma Bianchini non è Fabio Volo, anzi, è tutto il contrario. Nessun divismo, niente periodi di scrittura a New York; Luca è così, come le storie che mette su carta e regala al suo pubblico: vero, verace, trasparente. Come Io che amo solo te, racconto di famiglia ambientato a Polignano a Mare, indubbiamente uno dei successi letterari italiani dello scorso anno. E come i personaggi di quel romanzo, figure in cui ognuno di noi può riconoscere se stesso, o i propri familiari, amici, conoscenti. Ninella e Mimì, cinquantenni che si sono lasciati sfuggire la loro occasione di essere felici insieme; Chiara e Damiano, che si sposano forse troppo giovani e probabilmente troppo incerti sulla loro relazione; Orlando, intrappolato in una relazione disastrosa con un uomo che non ha alcuna intenzione di ammettere la propria omosessualità. Insomma, la vita di provincia di una famiglia problematica, come ogni famiglia in fondo in fondo è. Probabilmente è questo il segreto del successo di Luca Bianchini: raccontare una realtà che ci rappresenta, che ci è vicina, che conosciamo e che, tutto sommato, nonostante tutte le critiche e le imperfezioni, amiamo. Ed è così anche per l'ultimo lavoro di Luca. Il suo nuovo romanzo, appena uscito in libreria, si intitola Dimmi che credi al destino (Mondadori, € 16), e racconta di una cinquantacinquenne, Ornella, italiana trapiantata a Londra che all'improvviso, grazie a un viaggio on the road con l'amica di sempre Patti, riscopre una nuova giovinezza. Un po' Thelma e Louise, un po' C'è posta per te (non Maria De Filippi, ma Meg Ryan nelle vesti della libraia innamorata), il nuovo romanzo di Bianchini aspetta solo di essere letto.

Allora, Luca: ci racconta questo nuovo libro?
«È una storia di vita vera, in cui due grandi amiche un po' avanti con l'età salgono su una Seicento malconcia e intraprendono un viaggio che le porterà a rimettersi totalmente in discussione, rivedendo il loro passato e andando incontro a un futuro glorioso.»

Io che amo solo te è stato un successo letterario pazzesco. Se l'aspettava?
«Oddio, no davvero! Come tutte le cose belle non ci pensavo proprio, anzi, sono ancora sorpreso. Però sono convinto che i libri abbiano una loro magia, una loro vita, un loro destino, esattamente come le persone, e io sono contento che il destino di Io che amo solo te sia stato quello. Non potevo immaginarne uno migliore per una mia creatura!»

Qual è il segreto per scrivere una storia che piaccia così tanto al grande pubblico?
«Credo che il segreto sia proprio non pensare al pubblico. Quello che fai, quello che scrivi, deve piacere a te: se lo fai per gli altri il risultato rischia di essere qualcosa di pensato a tavolino, e o sei un genio del male o si vede che è costruito. Invece, la spontaneità crea l'inaspettato, e magari tira fuori qualcosa di magico. È un po' come l'amore, è inutile cercare troppe spiegazioni, non c'è una formula, né delle motivazioni razionali: quando sei innamorato non sai spiegare perché lo sei; se dai troppe ragioni forse significa che non sei davvero innamorato.»

Ci racconta il progetto del film di Io che amo solo te che sta portando avanti insieme al regista Marco Ponti?
Nel frattempo, abbiamo saputo che i protagonisti saranno Laura Chiatti e Riccardo Scamarcio. «Il progetto va avanti, ma non ne voglio parlare per scaramanzia, quindi tengo la bocca cucita e le dita incrociate!»

Al Salone del Libro l'ha presentata Mara Venier, pubblica spesso su Facebook le sue foto accanto ai vip più vip (Belen, Alessia Marcuzzi, Emma Marrone, Luca Argentero...): che rapporto ha con lo showbiz?
«Mah, di sicuro il mio vantaggio è che tutti questi personaggi li conosco perché hanno letto il mio libro, quindi si instaura lo stesso tipo di rapporto che ho con tutti i miei lettori...Devo dire che è strano, perché a volte sono loro che vogliono farsi una foto con me, ed è assurdo! Io mi diverto, ironizzo con loro e su di loro, senza prendere troppo sul serio il fatto che sto frequentando un “vip”. Ad esempio, andare a cena con Belen è davvero divertente: all'improvviso nel ristorante diventano tutti incontinenti, perché con la scusa di andare in bagno passano vicino al nostro tavolo! Su queste cose scherziamo, ridiamo, non faccio finta di nulla. Poi, posto le foto su Facebook anche con un po' di ironia anche se non tutti la colgono, non voglio mica fare l'acchiappavip!»

In Io che amo solo te tutti i protagonisti vivevano storie problematiche: amori irrisolti, storie di corna, sentimenti non corrisposti. È davvero così disilluso sull'amore?
«In realtà anche in Dimmi che credi al destino c'è un amore contrastato, ma il motivo è che semplicemente sono le storie più belle da raccontare. Un po' però è così anche nella vita: se è tutto facile non è divertente, non c'è gusto...l'amore deve essere un po' tormentato perché ci piaccia, no?»

Dalla Puglia a Londra: perché un cambio di prospettiva così drastico?
«Mi piace scrivere storie diverse, in ognuna ho cambiato location anche perché credo che scrivere sia un viaggio, e se non mi sposto che viaggio può essere? E poi non volevo essere ripetitivo né diventare il cantore della Puglia, per quanto io la ami moltissimo, quindi ho cercato di allontanarmi un bel po'. Però, la vera sorpresa è che ho trovato a Londra molto della Puglia: entrambe sono accoglienti, magiche, ma sanno essere anche gelide (la Puglia è spietata quando ti dichiara guerra). E poi, nella libreria di Ornella, la protagonista del libro, c'è molta Puglia: la si celebra spesso con la serata dei taralli, in cui si legge e si mangia.»

Le protagoniste femminili di Io che amo solo te erano tutte un po' vanitose e modaiole, anche se magari non avevano un grandissimo gusto. Che moda segue invece Ornella, la protagonista di  Dimmi che credi al destino?
«Lei è una donna libera, di sicuro non una vincolata dalla moda. È un po' sullo stile mercato dell'usato, gonnelloni lunghi e magliette larghe... un po' gitana direi, piena di colori e di fantasia.»

E lei, che rapporto ha con la moda?
«Io ho un rapporto assolutamente disordinato! Magari metto cose di Dolce & Gabbana che mi hanno regalato perché sono miei lettori, ma le abbino con cose senza alcuna firma. In generale mi piace comprare cose uniche nei posti non seriali, capi un po' artigianali. Non faccio tantissimo shopping, ma mi piace ad esempio andare al mercato della Crocetta insieme alle madamine torinesi.» E di sicuro, quelle stesse madame torinesi saranno sue grandissime fan. Se solo sapessero che quel ragazzotto lì con gli occhiali e l'aria da bravo figliolo, quello che sta rovistando tra le t-shirt di quel banco alla ricerca di una maglietta un po' originale, è il loro scrittore preferito...

di Valentina Dirindin