Ad Asti va in scena "L'Ultimo Principe"
Sarà una strepitosa prima esecuzione assoluta quella che andrà in scena nel bellissimo e storico Teatro Alfieri di Asti.
Sabato 28 ottobre, alle ore 21, il palcoscenico principale della città ospiterà infatti l'opera L’ultimo principe del compositore contemporaneo milanese Carlo Galante e del librettista Giuseppe Di Leva.
A rendere particolarmente preziosa questa messa in scena è anche il fatto che a realizzarla saranno circa cento giovani e giovanissimi talenti della musica, in una collaborazione inedita tra importanti realtà della formazione musicale piemontese.
Concepito da Carlo Galante e Giuseppe Di Leva per un pubblico giovanile, L’ultimo principe sarà infatti interpretato da circa sessanta ragazzi e ragazze del Civico Istituto di Musica “Giuseppe Verdi” di Asti (l’istituzione di didattica musicale più antica del Piemonte tuttora in attività, essendo stata fondata nel lontano 1825), della Scuola Comunale di Musica di Mondovì e dall’Istituto di Musica “Antonio Vivaldi” di Busca, queste ultime gestite dalla Fondazione Academia Montis Regalis.
Tra i protagonisti si segnalano Anna Araghi, nel ruolo di Corradino, Margherita Scaramuzzino nei panni di Federico e Li Chenje nelle parti del Contadino, dell’Ubriaco e del Barcaiolo. A essi si aggiungono i Pescatori (Sofia Gavotto Canavero, Antonio Viara, Vittorio Scossa-Lodovico), il Generale (Jennifer De Lorenzo), il Messo papale (Lucia Magnino) e il Popolano (Silvia Abrate).
Ad accompagnare i cantanti solisti e il coro, in buca ci sarà un’orchestra di diciotto elementi, interamente formata da musicisti professionisti, tra i quali si segnalano parecchi docenti delle scuole di musica di Asti, Mondovì e Busca.
La regia dell’allestimento astigiano è di Maria Paola Viano, che ha firmato molte regie soprattutto in ambito operistico sia in Italia sia all’estero, ponendo particolare interesse per la produzione degli autori contemporanei. Le scenografie, i costumi e il trucco sono opera degli allievi e delle allieve dell’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino, con la supervisione dei docenti Massimo Voghera e Claudia Esposito (Scenografia), Arminda Falcione, Giovanna Fiorentini e Gigliola Vinci e la collaborazione di Luna Iemmola (Progettazione e Realizzazione dei Costumi e Trucco). La direzione musicale è invece affidata a Maurizio Fornero, cembalista di statura europea, direttore gestionale della Fondazione Academia Montis Regalis, direttore delle scuole di musica di Mondovì, Busca e Asti, nonché direttore artistico della rassegna concertistica Regie Sinfonie e dell’ensemble di strumenti originali I Musici di Santa Pelagia, con i quali ha tenuto molti concerti sia in Italia sia all’estero e ha registrato diversi dischi di grande interesse distribuiti sul mercato internazionale.
Per realizzare questo complesso evento, i ragazzi e le ragazze hanno frequentato per mesi le prove tenute sotto l’attenta direzione di Maurizio Fornero e della prof.ssa Giulia Dogliatti, docente dell’Istituto di Musica “Antonio Vivaldi” di Busca, e alla fine di agosto hanno preso parte a quattro giorni di prove a Pamparato, bellissimo centro montano del Monregalese, dove i ragazzi e le ragazze dei diversi istituti hanno avuto modo di conoscersi, in un clima cordiale, divertente e molto produttivo sotto l’aspetto artistico e formativo. Sotto questo aspetto, un sentito ringraziamento va rivolto anche ai numerosi genitori dei ragazzi e delle ragazze che, con la loro attenta ma discreta partecipazione, hanno offerto un contributo determinante a rendere possibile la buona riuscita delle numerose prove dell’opera.
"È un'occasione unica, che mette insieme più soggetti di alta formazione. Una cosa letteralmente straordinaria, in cui crediamo molto e per cui tutti i ragazzi coinvolti, veri talenti in erba, hanno lavorato duramente", commenta Maurizio Fornero.
Sinossi dell'Opera
La vicenda dell’Ultimo principe è una storia vera, che viene però narrata come se fosse una fiaba. Corradino, ultimo discendente della potente dinastia Hohenstaufen, scende in Italia con un piccolo esercito con l’intento di riconquistare il regno che era appartenuto a suo nonno, lo Stupor Mundi Federico II. Il sedicenne pretendente al trono arriva in una Roma abbandonata da tutte le autorità, dove viene incoronato quasi per scherzo. Procedendo nel suo viaggio di riconquista, trova a Tagliacozzo la sua nemesi, Carlo d’Angiò, che sconfigge l’esercito del giovane principe. Corradino e suo cugino Federico fuggono, ma saranno ben presto catturati in Maremma e portati a Napoli, dove verranno decapitati. Ancora oggi le anziane di Napoli piangono davanti alla tomba del fanciullo presso la Chiesa del Carmine.
Nell’opera di Galante e Di Leva la vicenda vera si trasfigura in una fiaba; ma non solo per il modo in cui viene raccontata, con levità e giocosità inrise da una sottile melanconia, ma anche perché le tappe del viaggio dei due ragazzi sono la perfetta raffigurazione in chiave simbolica del rito d’iniziazione che un fanciullo deve superare per entrare nella vita adulta.
Le nove scene che scandiscono questo viaggio al tempo stesso reale e iniziatico, sono segnate dalla giocosità stravagante dei molti personaggi che interagiscono con i due ragazzi, tra cui contadini spazientiti, marinai ironici, ubriachi molesti, cortigiani adulatori e minacciosi messi papali. I cori di voci bianche interpretano ragazze impertinenti, soldati infreddoliti che varcano le rupi ghiacciate delle Alpi, popolani che cantano inni al buon vino e soldati che combattono nella battaglia di Tagliacozzo.
L’opera è immaginata come un teatro di maschere e marionette, ovvero come l’antico teatro dei pupi, dove tutti sono dipinti con tratti stilizzati e colorati e dove ogni realismo è bandito e sostituito dalla fantasia. La suggestione infantile è tuttavia venata della sottile melanconia dei due protagonisti e il commovente finale ricorda che non tutti i riti di passaggio terminano felicemente.
Informazioni pratiche
Questa messa in scena viene realizzata grazie a una coproduzione della Fondazione Academia Montis Regalis e di Maestro Società Cooperativa, in collaborazione con l’Associazione Culturale I Musici di Santa Pelagia, l’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino, l’Amministrazione Comunale di Asti, l’AIAM e con il contributo del Ministero della Cultura, della Regione Piemonte, del Consiglio Regionale del Piemonte, della Fondazione CRT, della Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo e della Fondazione Cassa di Risparmio di Asti.
Sabato 28 ottobre ore 21 - Teatro Alfieri di Asti (ingresso: interi 12 euro; ridotti 8 euro).
L’allestimento astigiano sarà seguito domenica 29 ottobre sempre alle ore 21 da una replica al Teatro Toselli di Cuneo.