Albugnano: le colline del Monferrato e i suoi vini
Questo è un periodo perfetto per osservare le meravigliose colline del Piemonte. In più, quei luoghi sono un'ottima alternativa per una gita in giornata, per una passeggiata, per mettere il naso fuori di casa respirando un po' di aria fresca ed evitando assembramenti.
E anche per degustare i famosi vini di queste terre, magari approfittandone per fare un po' di shopping natalizio. Ad esempio, tra le colline del Monferrato, a 549 metri di altitudine si trova il Comune di Albugnano. Qui, il 5 aprile di tre anni fa, grazie a nove viticoltori locali, è nata l'Associazione Albugnano 549, che oggi riunisce 14 produttori dei quattro Comuni della DOC – Albugnano, Pino d’Asti, Castelnuovo Don Bosco e Passerano Marmorito – impegnati nel consolidare e promuovere l’identità enologica, storica, culturale e ambientale del territorio di produzione dell’Albugnano DOC.
Un po' di storia
In questa zona, infatti, la viticoltura ha radici antichissime: i primi documenti che parlano dei vini di Albugnano risalgono al 1148, come dimostra una bolla pontificia dell’epoca relativa ai possedimenti agricoli dell’Abbazia di Vezzolano. Per molti secoli, del resto, la storia di questi vini e quella dell’Abbazia di Vezzolano e dei suoi abati si sono intrecciate come viticci, conoscendo un successo crescente, in particolare fra l’aristocrazia sabauda. E durante le invasioni barbariche del Medioevo fu estremamente prezioso il ruolo svolto dai canonici di Vezzolano: dai loro possedimenti, risparmiati dalle devastazioni, arrivarono i tralci forniti alla popolazione locale per reimpiantare i vigneti distrutti dagli invasori.
Ristabilita la normalità, la viticoltura locale riprese la sua crescita in termini quantitativi, ma soprattutto qualitativi. Così, nel 1868, il Nebbiolo spumante di Albugnano, creazione dell’allora sindaco Teofilo Curbis, fu premiato a un’importante esposizione enologica tenutasi ad Asti.
Arriviamo, quindi, in epoca moderna, con il passaggio fondamentale rappresentato dal riconoscimento della DOC nella Gazzetta Ufficiale del 17 maggio 1997. Dall’anno successivo la denominazione rientrò, inoltre, sotto l’attività di promozione, vigilanza e tutela del Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato, organismo che oggi riunisce 3 DOCG e 10 DOC del Monferrato del vino.
Un giro per cantine...
Una bella idea per un giro cultural-enologico è quella di andare a conoscere i produttori che fanno parte dell'associazione.
Albugnano 549 è il compimento di un progetto non solo enologico, ma anche di relazioni e di territorio. Scopo dell’associazione è la valorizzazione dell’area a denominazione, che a oggi conta 44 ettari vitati, attraverso un vino che sia espressione dei caratteri di questa specifica area, connotata da un terreno di matrice marnosa e da un’altitudine maggiore rispetto ai sistemi collinari delle altre denominazioni.
La scelta di lavorare con il Nebbiolo in purezza deriva da questo obiettivo. La vinificazione, pur nel rispetto della tradizione di ogni azienda, è stata armonizzata per ottenere vini di massima espressività, andando verso macerazioni più lunghe e lasciando il tempo ai vini di affinare in modo corretto per 18 mesi in legno e 6 mesi in bottiglia.
Per garantire il lavoro degli associati e la qualità del prodotto finale è stato scelto l’enologo Gianpiero Gerbi, che, dopo la laurea alla Facoltà di Agraria dell’Università di Torino, ha seguito le orme paterne, specializzandosi inenologia.
...anche virtuale
Anche se non riuscite a organizzare un giro per il Monferrato, potete lo stesso assaggiare i vini del territorio. Sotto Natale infatti l'associazione ha messo online l’e-shop sul sito albugnano549.it, con una proposta davvero interessante. Si tratta di una confezione con dieci diverse interpretazioni dell’Albugnano DOC 2017 e due calici brandizzati “Gran Degustazione Albugnano DOC 2017”, venduta al costo promozionale di 150,00 €, spedizione inclusa.