ARGO. Il Teatro Stabile ipotizza il futuro
In un momento di difficoltà senza precedenti per il mondo dello spettacolo come questo, è più che mai importante lavorare sul futuro. Progettarlo, immaginarlo, iniziare a costruirlo per non lasciarsi prendere dallo sconforto e sperare in un domani migliore.
Questo sta facendo il Teatro Stabile Torino, che ha lanciato il progetto "Argo. Materiali per un'ipotesi di futuro", chiamando a raccolta, dal 23 novembre al 15 dicembre 2020, 70 esponenti della scena torinese.
Cos'è Argo
Gli obiettivi di Argo sono molteplici: la formazione degli artisti partecipanti su temi del presente, tecnologie digitali e metodi di lavoro innovativi; la coesione della comunità artistica del territorio e il rafforzamento della sua identità e consapevolezza; la riflessione sulle funzioni del teatro e dello spettacolo dal vivo nel contesto sociale futuro; la creazione di valore culturale attraverso l’elaborazione collettiva di materiali e proposte da consegnare ai portatori di interesse; il sostegno agli addetti del comparto teatrale cittadino attraverso un’innovativa opportunità d’impiego e reddito.
I partecipanti
Dopo aver effettuato una ricognizione, sono stati individuati 63 artiste e artisti professionisti, attingendo sia al bacino delle realtà teatrali non sostenute da fondi statali (cosiddette extra Fus) basate a Torino, sia da quello composto dagli artisti indipendenti. I partecipanti sono stati suddivisi in sette gruppi, ognuno di essi con un leader: Domenico Castaldo, Michele Di Mauro, Gian Luca Favetto, Jurij Ferrini, Marco Lorenzi, Olivia Manescalchi, Elena Serra. All’interno di ogni équipe sarà presente un editor-facilitatore che avrà il compito di elaborare e sintetizzare le idee e i contenuti affrontati nel corso del lavoro: Alessandro Avataneo, Guglielmo Basili, Federico Favot, Francesco Gallo, Marina Gellona, Federico Madiai, Umberto Morello.
Oltre ad Alessandro Baricco, parteciperanno al progetto in qualità di testimoni sette artisti torinesi di chiara fama e/o che rivestono ruoli istituzionali: Eugenio Allegri, Valerio Binasco, Emiliano Bronzino, Laura Curino, Valter Malosti, Beppe Rosso e Gabriele Vacis.
Obiettivo di ciascuno dei team non sarà la creazione di nuovi testi o di progetti destinati alla rappresentazione scenica, ma l’elaborazione di sette oggetti digitali politici (un manifesto, una mappa concettuale, una fake-identity, un gioco/esperienza, una campagna di comunicazione, un messaggio alla nazione, un podcast), ossia di materiali per un’ipotesi di futuro da testare con gruppi di cittadini e da mettere poi a disposizione della comunità, degli opinion maker, dei prossimi candidati Sindaco della Città di Torino, del Ministro per i Beni e le Attività Culturali.
I temi
Dopo aver effettuato una ricognizione, sono stati individuati 63 artiste e artisti professionisti, attingendo sia al bacino delle realtà teatrali non sostenute da fondi statali (cosiddette extra Fus) basate a Torino, sia da quello composto dagli artisti indipendenti. I partecipanti sono stati suddivisi in sette gruppi, ognuno di essi con un leader: Domenico Castaldo, Michele Di Mauro, Gian Luca Favetto, Jurij Ferrini, Marco Lorenzi, Olivia Manescalchi, Elena Serra. All’interno di ogni équipe sarà presente un editor-facilitatore che avrà il compito di elaborare e sintetizzare le idee e i contenuti affrontati nel corso del lavoro: Alessandro Avataneo, Guglielmo Basili, Federico Favot, Francesco Gallo, Marina Gellona, Federico Madiai, Umberto Morello.
Oltre ad Alessandro Baricco, parteciperanno al progetto in qualità di testimoni sette artisti torinesi di chiara fama e/o che rivestono ruoli istituzionali: Eugenio Allegri, Valerio Binasco, Emiliano Bronzino, Laura Curino, Valter Malosti, Beppe Rosso e Gabriele Vacis.
Obiettivo di ciascuno dei team non sarà la creazione di nuovi testi o di progetti destinati alla rappresentazione scenica, ma l’elaborazione di sette oggetti digitali politici (un manifesto, una mappa concettuale, una fake-identity, un gioco/esperienza, una campagna di comunicazione, un messaggio alla nazione, un podcast), ossia di materiali per un’ipotesi di futuro da testare con gruppi di cittadini e da mettere poi a disposizione della comunità, degli opinion maker, dei prossimi candidati Sindaco della Città di Torino, del Ministro per i Beni e le Attività Culturali.