Biennale Democrazia: “Un pianeta, molti mondi”
Da mercoledì 6 ottobre (e fino a domenica 10 ottobre) Biennale Democrazia torna a Torino, in presenza e anche online, con la sua settima edizione, intitolata “Un pianeta, molti mondi”.
Saranno oltre 90 incontri, 215 relatori dal mondo, 5 mostre, 4 percorsi tematici, 80 volontari. Al programma in presenza sarà affiancata un’ampia offerta di dirette streaming - oltre la metà degli eventi - per fare fronte alla necessità di ridurre la capienza delle sale, nel rispetto delle normative di sicurezza, e dunque garantire a tutti, anche al pubblico più lontano, di seguire buona parte degli appuntamenti in palinsesto. Inoltre, un maxischermo sarà posizionato in piazza Carignano, fronte teatro, e trasmetterà dal 6 al 10 ottobre una selezione degli incontri in diretta streaming, oltre al programma della giornata, e video di racconto della manifestazione.
“Un pianeta, molti mondi” è il tema di Biennale Democrazia 2021, che partirà dalla nostra condizione di abitanti di un unico pianeta, sempre più connesso ma allo stesso tempo più frammentato, e si soffermerà sui fattori che rendono difficile trovare risposte comuni a problemi di portata globale. Dalla pandemia alla questione climatica, è più che mai evidente quanto rilevanti siano i legami che ci pongono in relazione diretta con gli altri, dando forma agli spazi di cittadinanza e a quello che ciascuno percepisce come il proprio mondo: abitiamo lo stesso pianeta, ma possiamo appartenere a mondi diversi. Ecco perché diventa sempre più importante imparare ad agire di concerto e perché, di fronte a sfide di questa portata, solo la democrazia può immaginare soluzioni mai prima d'ora sperimentate, individuando punti di contatto nella varietà di mondi umani.
Il programma e gli ospiti
L’edizione “Un pianeta, molti mondi” verrà inaugurata al Teatro Carignano mercoledì 6 ottobre alle ore 17.30 da una lectio della scienziata e senatrice a vita Elena Cattaneo, intitolata Il Metodo scientifico: dubitare per comprendere. Cattaneo spiegherà perché il metodo scientifico è lo strumento migliore per rapportarsi all’incertezza e come la scienza possa aiutare la società a confrontarsi con il dubbio e con l’incontrovertibile realtà che il “rischio zero” non esiste.
Il programma completo degli incontri della VII edizione di Biennale Democrazia è disponibile - e costantemente aggiornato - sul sito biennaledemocrazia.it
Tra gli ospiti internazionali: Jared Diamond - vincitore del Premio Pulitzer per la saggistica - terrà una lectio sui fattori e le condizioni che ostacolano o favoriscono gli Stati nel risolvere le crisi nazionali e globali; Esther Duflo - la più giovane di sempre a ricevere il premio Nobel per l’economia - si interrogherà sulle prospettive di una trasformazione dell’economia globale che rimetta al centro la dignità della persona; l’archistar cinese Gong Dong ripartirà dal rapporto tra il vecchio e il nuovo, in una Cina trasformata dall'accelerazione dello sviluppo urbano e sociale; sempre a proposito di confronto con l’Oriente, il sociologo canadese Daniel Bell farà riferimento al modello cinese per interrogarsi su pratiche democratiche diverse da quelle occidentali; John Keane, politologo australiano esperto di democrazia della sorveglianza, tratterà di sistemi democratici meno conosciuti e delle ibridazioni che possono generarsi con le democrazie occidentali; l’appuntamento con l’antropologo norvegese Thomas Hylland Eriksen verterà sulla possibilità di trarre una lezione dall’esperienza della pandemia, che ha stravolto i ritmi della nostra quotidianità; da un’epidemia ad un’altra, Stephen Holmes - professore di Diritto alla NYU School of Law - in dialogo con Marta Dassù, già Vice-Ministro agli Affari Esteri, delineerà i tratti (e le cause) del virus nazionalista che sta travolgendo il mondo; l’intervento di François Jullien prenderà forma a partire dal suo ultimo libro La vera vita (Laterza, 2021), nel quale il filosofo e sinologo francese si chiede quale sia la vita degna di essere vissuta; Philippe Descola - celebre antropologo francese - si concentrerà sulla questione politica delle relazioni tra natura e cultura, per meglio comprendere l’attuale crisi ambientale; mentre Andreas Weber - biologo, biosemiotico, filosofo e giornalista tedesco - si soffermerà sulla relazione vitale tra umano e naturale, troppo spesso trascurata dalla scienza moderna; il sociologo australiano Anthony Elliott rifletterà sull’impatto dell’intelligenza artificiale nella vita quotidiana, e delle difficili sfide che questa pone al pensiero democratico; mentre l’attivista polacco Miko Czerwinski racconterà le nuove forme di intolleranza che, nel cuore dell’Europa, rendono le comunità LGBTQI+ sempre più spesso vittime di sistemi ormai apertamente repressivi; la filosofa albanese Lea Ypi si interrogherà sul valore democratico di schierarsi e parteggiare, in un periodo in cui l’essere di parte è spesso eccessivamente urlato e produce diffidenza nei confronti della politica; per finire Philippe Van Parijs - filosofo, economista e giurista belga - ragionerà sull’etica del voto, soffermandosi sulle ragioni alla base dell’esercizio dei diritti politici nei paesi democratici.