Commercio di prossimità: quale futuro (digitale)?
"L'e-commerce deve essere vissuto come un'opportunità per il commercio di prossimità. Le persone si aspettano di poter ordinare con whatsapp, come alcuni negozianti hanno già permesso durante il lockdown. Le famiglie sono aziende di consumo, piaccia a no, e ora c’è pure la lotta tra Make or Buy, il fare da soli ciò che prima si acquistava... I commercianti devono creare sinergie e non sovrapposizioni. La nuova sfida attuale è mettersi insieme: puoi essere bravo, ma non sopravvivi da solo. Il centro storico di una città deve diventare come un centro commerciale naturale. Le consegne a domicilio, ad esempio, devono essere concepite con gli altri commercianti, dal farmacista all’ortolano".
Queste parole sono di Roberto Ravazzoni, Professore Ordinario di “Economia e Gestione delle Imprese” all’Università di Modena e Reggio Emilia, dove insegna “Marketing Distributivo” e “Analisi strategica per il posizionamento competitivo”. Sono state pronunciate durante l'appuntamento di Biennale Tecnologia del Politecnico di Torino dal titolo "Il Covid e la trasformazione del commercio di prossimità nella città". Hanno partecipato anche Andrea Granelli, appassionato di innovazione e Fondatore di Kanso, e Massimo Sumberesi, a capo di Marketing Advice, business unit del Gruppo Bva-Doxa, dedicata allo sviluppo di progetti integrati di ricerca e consulenza di marketing e comunicazione.
Durante l'incontro si sono affrontati tanti aspetti legati alla nuova percezione dell'acquisto, digitale e non, ma soprattutto alla necessità da parte dei commercianti di città di integrare il dialogo online nella loro strategia quotidiana di vendita. Nel video alcune delle risposte a come questo potrà essere possibile e come potrà salvare i negozi dei nostri centro storici.