Costanza Coen, versatile e fedele
La ragazza innamorata di Torino e del basket racconta le emozioni da sportiva e la passione per la moda
Dopo trentadueanni, Torino torna in Serie A1 del campionato di pallacanestro femminile grazie alla Fixi Piramis. Simbolo dell’esaltante percorso della scorsa stagione e di un gruppo molto affiatato è lei: Costanza Coen, ala di 190 centimetri, a 25 anni già un simbolo della squadra, per l’attaccamento ai colori e il rendimento sul campo.
Costanza Coen, sta per iniziare la sua prima stagione di serie A1, quali sensazioni?
«Ho un gran voglia di mettermi in gioco. Abbiamo una squadra ottima e sono veramente emozionata all’idea di iniziare».
Che aria si respira nello spogliatoio nei giorni che precedono l’esordio?
«Positiva ed è fondamentale che sia così per trasmettere entusiasmo anche alle altre, soprattutto alle nuove compagne. Verrà fuori una bella squadra, ne sono certa».
Che significato ha per una torinese difendere i colori della propria città?
«Ho sempre giocato qua, a parte un anno a Biella, sono affezionata a questi colori.
Siete cinque “locals” in gruppo.
Esatto, cinque torinesi: giocavamo in società diverse, ma ci conosciamo da quando abbiamo 15 anni, c’è una bella amalgama tra di noi».
Come si stanno inserendo le nuove arrivate, le statunitensi Anderson e Smith e la greca Sotiriou?
«Parlano americano, bisogna un attimo riprendere confidenza con l’inglese, però sono molto simpatiche e sono certa che ci faranno fare un ulteriore salto di qualità».
Quali sono i reali obiettivi della stagione della Fixi Piramis Torino?
«Io punto sempre in alto e nel basket non si sa mai che cosa può accadere. L’obiettivo minimo è di rimanere nella categoria, ma quello è poco ma sicuro, non può essere diversamente. E poi vedremo quel che verrà. Non voglio tirarmela, ma si spera che l’annata vada bene».
Il suo presidente un po’ si è sbilanciato, parlando di un accesso ai playoff che non può essere escluso a priori.
«Noi ce la metteremo tutta per arrivarci: se sarà così saremo felicissime, ce la possiamo fare».
Anche il basket maschile è tornato nella massima serie dopo diversi anni: c’è competizione?
«Io sono contenta se a qualcun altro succede qualcosa di bello: se lo meritano e tra di noi non c’è alcuna rivalità. Da un bel po’ di anni a Torino non avevamo squadre a questo livello al di fuori del mondo del calcio. Speriamo anche di invogliare le piccoline, le giovani appassionate ad avvicinarsi al nostro sport, che non è visto come un’attività particolarmente femminile, ma che vi assicuro essere uno dei più belli che ci siano».
Da poco siete state impegnate in un set fotografico presso l’Accedemia L’Oreal di Torino per il calendario ufficiale e la campagna "Donna a tutto campo" per promuovere il basket tra le donne. È a suo agio su un set?
«È stata una bella esperienza. Non sono così esperta nel settore, però eravamo tutte insieme con le mie compagne di squadra e ci siamo divertite molto: sono venute delle belle foto».
Il mondo della moda la interessa per un eventuale futuro?
«Io non chiudo mai le porte a nessuno, dovesse arrivare qualche opportunità non la escluderei. Perché no? Poi magari sono scarsissima, non si sa mai nella vita che cosa può succedere».
Si allena con le compagne di sera. Di giorno che cosa fa?
«Lavoro in banca. Sono riuscita a conciliare per fortuna sport e lavoro, e prima ancora gli studi, sono laureata. Devo ringraziare la mia società che me lo permette e sono soddisfatta su entrambi i fronti. I sacrifici non mancano, ma ne vale la pena».
Riesce a gestire tutto e a trovare del tempo anche per gli affetti?
«Poco, ma gli amici e la famiglia vengono prima di tutto, per certe cose il tempo si trova».
Capitolo relazioni personali: uso massiccio di social network?
«In realtà no. Perché sono una che vuole avere un contatto diretto con le persone. I social mi piacciono, ma per conoscersi è meglio un colpo di telefono per darsi un appuntamento».
Viene da una famiglia di sportivi?
«Sì, mio papà giocava e anche i miei tre fratelli maschi, più grandi. Poi loro hanno smesso mentre io ho proseguito».
Che cosa le dicono?
«Vengono a vedermi: ovviamente la sorella è sempre la più scarsa… In realtà sono molto orgogliosi di me».
Quali obiettivi per il futuro?
«Cambiano spesso. Sono una persona che si prefigge dei traguardi: voglio migliorarmi, altrimenti si finisce per ripetersi un po’. Fino ad ora ho avuto la fortuna e la tenacia di raggiungerli, con la felicità e la voglia di giocare».
Come si intuisce dal nome, la nostra rivista si occupa di…
«E infatti avete beccato la persona giusta, perché io sono una grande amante della moda e dello shopping».
Di che cosa in particolare?
«Mi piacciono tantissimo le borse, ma soprattutto le scarpe. Fuori dal parquet del campo di basket, non esistono le scarpe da ginnastica, i miei piedi chiedono pietà».
È a suo agio sui tacchi?
«Sì, quando non gioco sono un’altra persona. Sono versatile, diciamo».
Torino, che cosa rappresenta nel suo percorso?
«Non me ne andrei mai per nulla al mondo, perché trovo che sia una città meravigliosa a livello artistico, storico e anche come ambiente in cui vivere. Infatti non l’ho mai abbandonata».
Ci sono state delle opportunità?
«Sì, ma sono sempre rimasta fedele a squadra, società, amici e famiglia».
di Davide Fantino