Dierre Porte: “Ripartiamo reinventando i nostri showroom”
“Fermare un’azienda è facile, farla ripartire lo è molto meno”. E quando l’azienda in questione impiega oltre 700 persone in Italia e circa 880 nel mondo, con una capacità produttiva di oltre 1.500 porte al giorno, si capisce la quantità di elementi da tenere in considerazione.
Laura De Robertis è responsabile marketing di Dierre, specializzata da 45 anni nella progettazione di porte blindate e fornitore a 360 gradi per tutte le soluzioni relative a chiusure di sicurezza e serramenti da interni, sia in ambito residenziale che nei grandi edifici pubblici.
“Il primo problema da affrontare - ci racconta pochi giorni dopo la fine del lockdown - è stato quello di gestire il fermo con intelligenza, mettendo le condizioni per riprendere poi a lavorare in sicurezza. Ci sono ritardi nelle consegne e altre piccole problematiche che si spera di risolvere nel tempo”. Il problema principale, però, non è stato a livello tecnico: “Forse una delle difficoltà maggiori da affrontare è stata la distanza fisica, la separazione da tutte quelle persone che siamo abituati a incontrare quotidianamente in azienda e con le quali volevamo mantenere vivo il dialogo".
Dierre ha inizialmente garantito le forniture e il supporto tecnico ai cantieri fino allo stop deciso dal Governo. Successivamente si è riorganizzata per sanificare gli stabilimenti in vista del rientro al lavoro: “Abbiamo continuato, dove possibile, tutte le attività di programmazione e consulenza tecnica in una modalità smart e abbiamo cercato di utilizzare al meglio questo periodo per sviluppare nuove idee. Vivere un momento così eccezionale ci ha ricordato quanto sia importante far parte di una squadra che condivide obiettivi e valori”.
La pandemia ha portato molte riflessioni anche su come dialogare con i clienti: “Se gli showroom sono tradizionalmente il cuore delle attività di vendita, il luogo dove scoprire con mano i prodotti e le infinite varianti di ogni porta, grazie ai social abbiamo sviluppato negli ultimi anni un dialogo ancora più proficuo con le persone”. Il futuro prevede per Dierre di riprendere un filo solamente interrotto per qualche mese dall’emergenza virus: “A gennaio avevamo immaginato per noi un anno ricco di novità e pieno di progetti. Fermarsi quindi non è stato facile, ma le nostre prospettive non sono cambiate. Anche se nessuno di noi può avere un quadro chiaro dell’immediato futuro, siamo infatti convinti che proprio in momenti come questi le grandi aziende abbiamo la responsabilità di andare avanti, adattarsi e affinare la propria resilienza. Abbiamo elaborato una nuova vision commerciale, che reinventa il nostro posizionamento sul mercato attraverso showroom evoluti e nuovissimi concept store. Ci sarà tempo per valutare l’incidenza dei nuovi bonus fiscali sulla ripartenza dell’edilizia. Credo però che i progetti di filiera avranno un’importanza crescente per stimolare il settore. In questo senso, per Dierre si conferma strategica la partnership con Gruppo Gabetti per la riqualificazione del patrimonio immobiliare italiano. Lavoreremo quindi per rendere ancora più incisiva la nostra presenza sul territorio e recuperare il tempo perduto in questi mesi”.
Abbiamo voluto raccontare le storie di alcuni produttori, negozianti, imprenditori di Torino e del Piemonte e di come hanno reagito alla pandemia in corso. Alcuni non hanno mai smesso di lavorare, altri hanno cercato di reinventarsi, tutti hanno dovuto ripensare alla propria attività.