Capa in color: Robert Capa ai Musei Reali di Torino

Autunno, tempo di grandi mostre fotografiche a Torino: dopo l'annuncio della mostra dedicata al re della pop art Andy Warhol, ecco un'altra grande esposizione, quella dedicata a Robert Capa ai Musei Reali di Torino.

Curata dal Centro Internazionale di Fotografia di New York, la mostra Capa in color presenta, per la prima volta in Italia, gli scatti a colori di Robert Capa, fotografo di fama mondiale. Dal 26 settembre 2020 al 31 gennaio 2021 saranno visibili al pubblico nelle Sale Chiablese dei Musei Reali oltre 150 immagini a colori, lettere personali e appunti dalle riviste su cui furono pubblicate.

Capa in color è una mostra che offre la possibilità unica di esplorare il forte e decennale legame del maestro con la fotografia a colori, attraverso un affascinante percorso che illustra la società nel secondo dopoguerra. Il suo talento nella composizione del bianco e del nero fu enorme, ma la scoperta della potenzialità delle pellicole a colori, quasi a metà della sua carriera, rese necessario definire un nuovo approccio. Capa in color rivela come Robert Capa iniziò a osservare il mondo in maniera diversa e come la sua attività riuscì ad adattarsi alla nuova sensibilità postbellica.

Chi era Robert Capa

Nato a Budapest con il nome di Endre Ernő Friedmann e naturalizzato cittadino americano nel 1946, Capa fu considerato dal Picture Post come “il più grande fotografo di guerra”, con riferimento agli scatti realizzati durante la guerra civile spagnola. Durante la Seconda Guerra Mondiale, Capa ha collaborato con molte riviste come Collier’s e Life, ciò che gli permise di acquisire una particolare sensibilità nel rappresentare la guerra e le devastazioni. Le sue famose immagini ben simboleggiano la brutalità dei conflitti e hanno contribuito a cambiare la percezione del pubblico verso la fotografia di guerra.

Il 27 luglio 1938, trovandosi in Cina per documentare la guerra sino-giapponese in un reportage durato otto mesi, Capa scrisse a un amico della sua agenzia di New York: “Spediscimi immediatamente 12 rulli di Kodachrome con tutte le istruzioni su come usarli, filtri, etc… in breve, tutto ciò che dovrei sapere, perché ho un’idea per Life”. Sebbene di quel servizio siano sopravvissute soltanto fotografie in bianco e nero, ad eccezione di quattro immagini pubblicate sulla rivista Life il 17 ottobre 1938, la lettera esprime il chiaro interesse di Capa per i lavori con pellicole a colori, ben prima che venissero largamente impiegate da molti altri fotoreporter.

Nel 1941, Capa fotografò a colori Ernest Hemingway nella sua casa a Sun Valley, in Idaho, e utilizzò pellicole a colori anche durante la traversata dell’Atlantico su una nave merci con un convoglio alleato, scatto pubblicato dal Saturday Evening Post.

Della produzione di Robert Capa sono molto noti i reportage della Seconda Guerra Mondiale, in particolar modo dello sbarco in Normandia, pur avendo privilegiato maggiormente pellicole in bianco e nero. Le poche immagini a colori ritraggono soprattutto le truppe americane e il corpo francese a cammello in Tunisia, nel 1943.

Dopo il secondo conflitto mondiale, l’attività di Capa si orientò esclusivamente verso l’uso di pellicole a colori, soprattutto per fotografie destinate alle riviste dell’epoca come Holiday e Ladies’Home Journal (USA), Illustrated (UK), Epoca (Italia). Quelle immagini, presentate ai lettori per la prima volta, avevano lo scopo di raccontare al pubblico americano ed europeo la vita quotidiana di persone comuni e di paesi lontani, in maniera radicalmente diversa rispetto ai reportage di guerra che avevano guidato i primi anni della carriera di Capa. L’abilità tecnica del maestro, abbinata alla capacità di raccontare le emozioni umane dimostrata nelle prime fotografie in bianco e nero, gli permise di muoversi con particolare abilità tra i diversi tipi di pellicola, impiegando il colore a completamento dei soggetti fotografati. Tra questi primi lavori si trovano le fotografie della Piazza Rossa di Mosca, realizzate durante un viaggio in URSS nel 1947 con lo scrittore John Steinbeck e la vita dei primi coloni in Israele nel 1949-50. Per il progetto Generazione X, Capa si recò a Oslo, a Essen, nel nord della Norvegia e a Parigi per catturare la vita e i sogni delle giovani generazioni nate prima della guerra.

Informazioni pratiche

Capa in color
Torino, Musei Reali - Sale Chiablese
26 settembre 2020 - 31 gennaio 2021

Orario di apertura
Dal martedì al venerdì dalle 10.00 alle 19.00
Sabato e domenica dalle 10.00 alle 21.00
(ultimo ingresso un’ora prima della chiusura)

Biglietti
Intero: € 13
Ridotto: € 10 (over 65, insegnanti, giornalisti non accreditati, tessere convenzionate)
Ridotto ragazzi: € 5 (ragazzi tra 11 e 18 anni compiuti)
Pacchetto famiglia: fino a 2 adulti € 10 cad. e ogni ragazzo tra 11 e 18 anni € 5 cad.
Omaggio: possessori dell’Abbonamento Piemonte Musei, Torino Card, bambini da 0 a 10 anni, persone con disabilità, dipendenti MIBACT, giornalisti in servizio previa richiesta di accredito all’indirizzo info@capaincolor.it
I biglietti possono essere acquistati online sul sito www.capaincolor.it

Diritti di prenotazione e prevendita
Singoli € 1.50
Gruppi € 18 per gruppo

Gruppi
Gruppi (fino a 12 pax) potranno accedere in mostra prenotandosi obbligatoriamente tramite e-mail: info@capaincolor.it, solo per le seguenti fasce orarie: dal martedì al venerdì, con ingresso riservato tra le 9.30 e le 10.00 e tra le 18.00 e le 19.00; sabato e domenica, con ingresso tra le 13.00 e le 14.00.
Tempo di permanenza massimo: 1 ora

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