“Grandi Sfide”: il futuro del mondo si impara al Politecnico di Torino
Martedì 1 marzo ha preso ufficialmente il via “Grandi Sfide”, il nuovo corso curriculare del Politecnico di Torino che prevede 24 corsi co-insegnati da coppie di docenti, di cui uno con impostazione tecnica e uno proveniente dal mondo delle scienze umane e sociali, per affrontare sei filoni tematici di grande attualità: clima, mobilità, digitale, salute, energia, tecnologie e umanità.
Il corso rappresenta un unicum nel panorama dell’università italiana, e tra i pochi in Europa: proposto come formazione obbligatoria per tutti gli studenti di Ingegneria, coinvolge circa 3.600 studenti al secondo anno di tutti i corsi di Laurea triennali in Ingegneria ed è aperto, su base volontaria, anche agli studenti di Design, Architettura e pianificazione Territoriale interessati e di filosofia dell’Università di Torino.
L’obiettivo è quello di arricchire la formazione ingegneristica con tutti quegli elementi umani e sociali con cui le competenze scientifiche dei futuri ingegneri dovranno necessariamente avere a che fare.
Il corso va a rafforzare il lavoro basato su contaminazione tra saperi appartenenti ad ambiti anche molto differenti portato avanti dal Rettore Guido Saracco che, in questi primi anni del suo rettorato, ha sviluppato una serie di iniziative che mirano a far diventare il Politecnico di Torino un pioniere a livello nazionale, anche grazie a numerose attività culturali, dal recente “Cinque libri” alla già molto nota Biennale Tecnologia, la cui prossima edizione si terrà dal 13 al 15 novembre 2022.
“Lo sviluppo della cultura politecnica, soprattutto lato ingegneria, necessita, per articolare adeguate risposte alle attuali sfide etiche, politiche e sociali, di una maggiore interazione con le scienze umane e sociali. Un’attenzione per la interdisciplinarietà che fin dall’inizio del mio mandato stiamo rafforzando, guardando in primis all’Università di Torino, con cui già nel 2019 abbiamo istituito il Centro interateneo ‘Scienza Nuova’ dedicato alla rivoluzione digitale, e ispirandosi ai migliori esempi internazionali, che intendiamo portare in Italia per primi. Oltre a rafforzare la nostra ricerca in questa direzione, miriamo alla formazione di ingegneri più ‘creativi’, professionisti più capaci di cogliere le sollecitazioni che arrivano dalla società, più preparati ad affrontare la complessa realtà del nostro tempo”, spiega il Rettore Guido Saracco.
“La progettazione dei singoli moduli di insegnamento è avvenuta con un processo partecipato in cui tutti i dipartimenti dell’Ateneo si sono impegnati fattivamente per la creazione del nuovo catalogo di insegnamenti: moltissimi docenti con grande entusiasmo si sono attivati per formulare proposte”, aggiunge il Vicerettore alla Didattica Sebastiano Foti.
“La collaborazione tra esperti in tecnologia ed esperti di scienze umane e sociali, interni ed esterni all’Ateneo, sarà anche occasione per stimolare nuove opportunità di ricerca multidisciplinare per un impatto sempre più significativo sul territorio e sulla comunità. In questo senso è stato ufficialmente varato dall’Ateneo anche il Centro studi Theseus, volto ad approfondire il rapporto tra tecnologia e umanità con il contributo di tecnologi e scienziati sociali: una cifra distintiva di questo mandato rettorale che sono convinto sia ormai indispensabile per rispondere al meglio alle sfide del presente e del futuro”, conclude il Delegato del Rettore per la Cultura e la Comunicazione Juan Carlos De Martin.
Come è strutturato il corso
Il corso sarà aperto da una lezione “zero” dedicata agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile proposti dall’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, con un’introduzione del Premio Nobel Jeffrey Sachs e della Presidente della Rete delle Università per lo Sviluppo sostenibile Patrizia Lombardi; il modulo introduttivo sarà tenuto dal celebre filosofo della scienza Telmo Pievani, che spiegherà perché il dialogo tra saperi non è solo intellettualmente e civilmente auspicabile, ma anche imprescindibile per risolvere problemi scientifici e tecnologici reali.
Saranno quindi proposte 3 ore di introduzione generale per ciascuna delle 6 Grandi Sfide e successivamente inizieranno i 24 corsi - quattro per ciascuna delle sfide - co-insegnati da un tecnologo e un umanista o scienziato sociale.
I due co-docenti forniranno agli studenti una introduzione teorica altamente interdisciplinare sull’argomento trattato nell’insegnamento. Al termine dell’introduzione teorica, gli studenti si divideranno in gruppi per la realizzazione di progetti che permetteranno loro di concretizzare quanto imparato, sempre seguendo un approccio interdisciplinare.
Il sociologo Filippo Barbera accompagnerà le lezioni della professoressa dell’Ateneo Massimiliana Carello sul tema della mobilità elettrica, mentre l’antropologo Adriano Favole approfondirà insieme a Giuliana Mattiazzo, Vice Rettrice del Politecnico, docente e imprenditrice, il tema della transizione verdebasata sullo sfruttamento di una risorsa fondamentale del nostro Paese, il mare.
Il sociologo della tecnica Alvise Mattozzi, che recentemente ha preso servizio proprio al Politecnico, affiancherà il docente dell’Ateneo Marco Diana nel corso dedicato alla mobilità sostenibile.
L’ex presidente INAPP (Istituto Nazionale per l’analisi delle politiche pubbliche)Stefano Sacchi, scienziato politico da poco al Politecnico, presenterà invece il tema degli algoritmi nel loro rapporto con la democrazia insieme alla professoressa di informatica Tania Cerquitelli, mentre il celebre oceanografo Peter Wadhams sarà affiancato dalla psicologa dell’Università degli Studi di Torino Irene Ronga su un tema di attualità come “Climate crisis and cognitive bias”. Anche la filosofia entrerà a pieno titolo tra le discipline di interesse per un futuro ingegnere, con il filosofo Massimo Cuono, curatore scientifico di Biennale Democrazia, che presenterà aspetti legati alla politica nel suo rapporto con la tecnica, insieme al Vice Rettore e co-fondatore del Centro Nexa su Internet e Società del Politecnico Juan Carlos De Martin.