2020: l'arte a Torino è (anche) digitale

Il 2020, che lo si voglia o no, è un anno di svolta per gli eventi. L'impossibilità di riunire tante persone sotto gli stessi spazi, la difficoltà a gestire ingressi ed eventuali imprevisti, hanno portato alla cancellazione di tanti appuntamenti a cui siamo affezionati.

Però, questo maledetto Coronavirus può anche rappresentare, in qualche misura, un punto di (ri)partenza, anche in un settore in difficoltà come quello degli eventi live. Il digitale, in fondo, può non essere soltanto un ripiego, basta vedere le cose con un po' di spirito positivo e di creatività.

Avete presente i dodici milioni di spettatori del concerto di Travis Scott trasmesso su Fortnite? Ecco, l'obiettivo a tendere dovrebbe essere quello, per tutti. Il futuro è arrivato: forse in maniera un po' catastrofica e imprevista, ma ha costretto velocemente tutti noi ad abituarci alle videoconferenze e al mondo del digitale che, ammettiamolo, sa anche essere fantastico e pieno di opportunità. Pubblico da tutto il mondo, collegamenti internazionali, le meravigliose potenzialità delle tecnologie.

Insomma, facciamo in modo che non tutto il male venga per nuocere, e ripensiamo i nostri eventi in questa chiave, per ora e forse per sempre. C'è riuscito Terra Madre – Salone del Gusto, che ha spostato quasi interamente l'edizione 2020 online, riuscendo però a dare la sensazione di non aver perso qualcosa, bensì di averlo acquisito. Se le comunità di Slow Food del mondo non vanno a Torino, è Torino ad andare in giro per il mondo. E quindi, per quest'anno strano, l'evento si fa itinerante, più lungo (durerà sei mesi), con la possibilità di collegarsi live con ogni zona del globo per ascoltare quello che gli esperti di cibo hanno da raccontare.

Artissima 2020

Pamela Diamante, Fenomenologia del sublime, 2020, Collage realizzato con Pietra Paesina e stampa su dbond, © Galleria Gilda Lavia, Roma e l’artista. Crediti fotografici: Giorgio Benni

E ci riuscirà – ne siamo certi – anche l'arte contemporanea, da molto tempo ormai protagonista dell'autunno torinese, con eventi che più di tanti altri portavano l'attenzione internazionale sulla città. Dopo averci a lungo Artissima 2020 ha dovuto cedere alla difficoltà di riunire sotto lo stesso tetto l'arte contemporanea internazionale, in un anno in cui gli spostamenti da Paese a Paese, prima ancora degli assembramenti, sono praticamente impossibili. Quindi, quest'anno, Artissima non aprirà le porte dell’Oval per la sua 27ma edizione, come era previsto dal 5 all’8 novembre. Ma questo non significa che la kermesse non si farà. La volontà è quella di proseguire nell’organizzazione di un programma fisico – realizzato con Fondazione Torino Musei – e di progetti digitali, da inaugurare nelle stesse date affinché la fiera 2020 continui a rappresentare per la città e gli interlocutori internazionali un’occasione per conoscere, ammirare e approfondire l’arte contemporanea.
“In un contesto di incertezza globale, i repentini mutamenti di scenario e la conseguente insicurezza che governa le decisioni dei singoli ci costringono dunque oggi a non procedere all’organizzazione di Artissima nel formato canonico e ad immaginare invece, con la consueta determinazione e volontà, nuove modalità per presentare fisicamente l’arte a Torino”, ha detto Ilaria Bonacossa, direttrice della fiera. In fondo, senza voler guardare per forza il lato positivo come faceva Pollyanna, questa può anche essere un'occasione per l'arte per esplorare nuove modalità di comunicazione.

Solo per fare un esempio, il catalogo digitale di Artissima, strutturato nel 2017 e continuamente aggiornato nella fruibilità, sarà affiancato dal lancio di una nuova piattaforma cross-mediale – ARTISSIMA XYZ – che accoglierà dal 3 novembre al 9 dicembre 2020 le tre sezioni curate della fiera Present Future, Back to the Future e Disegni. Le sezioni curate vivranno in un innovativo spazio cross-mediale capace di andare oltre la classica struttura delle viewing-room e dei cataloghi digitali, offrendo contenuti freschi ed esperienziali per approfondire il lavoro di tutti i principali attori coinvolti: le gallerie, gli artisti, i curatori. Tre sezioni, trenta artisti per trenta gallerie - dieci per ogni sezione: ogni team curatoriale – con un costante e stimolante lavoro di ricerca e dialogo con le gallerie – ha selezionato per la propria sezione dieci progetti creati ad hoc da altrettanti artisti presentati dalla loro galleria di riferimento, seguendo una precisa visione tematica.

Flashback, l’arte è tutta contemporanea

Galleria dello Scudo, Verona (I)

Confermata invece l'ottava edizione di “Flashback, l’arte è tutta contemporanea”, la fiera che si terrà al Pala Alpitour tra il 5 e l'8 novembre. L'ottavo capitolo del racconto di Flashback ha come titolo Ludens, e ha come protagonista la creatura fantastica per eccellenza, l'unicorno. A ispirare questa edizione della manifestazione è infatti il  romanzo di fantascienza umoristica “La Variante dell’Unicorno”, in cui Roger Zelazny immagina una partita a scacchi, surreale e ironica, tra un uomo e un unicorno. Nel linguaggio artistico, la scacchiera diventa spazio scenico, campo aperto a ogni possibilità e alle infinite varianti di scelta; il gioco una palestra d’azione, capacità creativa, strumento ideale per reinterpretare il passato e immaginare tutti i futuri possibili. Tutto è gioco, tutto è fantasia, tutto è una storia da raccontare.

Paratissima

Cambia e si rinnova anche Paratissima, l'evento dell'arte contemporanea torinese probabilmente più abituato al cambiamento. Nata nel 2005 come evento autogestito, cresciuta poi come progetto espositivo diffuso nel quartiere di San Salvario, si è trasformata infine in Art Fair indipendente. Ora, dopo esattamente quindici anni, Paratissima scrive un nuovo capitolo, reinterpretando il classico modello di Fiera per sperimentare e proporre un nuovo modello flessibile: invece di cinque giorni, concentrati in una sola settimana, l’evento estenderà la sua durata – un po' come Terra Madre Salone del Gusto - su due mesi, da ottobre a dicembre. Paratissima mantiene inalterata la sua identità ibrida e la sua mission di sostegno all’arte emergente: non cambia luogo ma varia i tempi di fruizione dedicati alle varie sezioni che compongono l'evento. In questi due mesi, Paratissima si strutturerà in quattro appuntamenti differenti, dedicati di volta in volta e in modo focalizzato all’arte emergente, alla fotografia e alle gallerie d’arte.
La location principale dell'evento sarà – per il secondo anno consecutivo - l'ARTiglieria Con/temporary Art Center di Piazzetta Accademia Militare 3, vicino a piazza Castello. Il claim di questa sedicesima edizione sarà “Cross the Yellow Line”: un tema che vuole essere di attualità, visto che le segnaletiche sono diventate negli ultimi mesi tristemente familiari per chiunque si trovi a muoversi in contesti sociali. Proprio per questo, all’interno dell’ARTiglieria non mancherà il rispetto delle normative di distanziamento sociale, ma l’invito sarà quello di salire a bordo dei “treni” di volta in volta proposti per compiere un viaggio di scoperta sempre diverso, oltrepassando idealmente quei limiti imposti dalla onnipresente linea gialla, forma mentis necessaria per avvicinarsi e comprendere l’arte contemporanea.

The Others

Confermata anche The Others Fair, la fiera dell'arte contemporanea degli “altri”, gli emergenti nazionali e internazionali. Si terrà dal 4 all'8 novembre al Padiglione 3 di Torino Esposizioni, dove approda dopo un anno alla caserma Riberi di Corso IV Novembre (che, bisogna dirlo, ci piaceva molto come location “alternativa”). Si tratta della decima edizione della fiera: un compleanno un po' particolare, ma da festeggiare comunque come si deve: non a caso sono stati invitati per questa edizione 50 galleristi, in buona parte stranieri, ed è stata allestita una speciale mostra, “Rewind Replay” per festeggiare il decimo anniversario.

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.