La moda circolare è a portata di armadio
La prima regola per ridurre l’usa e getta è puntare sulla qualità. Poi è bene affidarsi a negozi e realtà che scelgono tessuti e articoli che durino nel tempo.
di Nadia Lambiase
L’irresistibile desiderio di rinfrescare il guardaroba potrebbe essere uno dei maggiori ostacoli all’economia circolare, orientata alla riduzione dell’usa e getta. E invece proprio la moda è uno dei settori in cui maggiormente il nuovo paradigma si va affermando. Sarà un processo lento, magari, e occorre vigilare perché non sia solo apparenza. Ma i segnali ci sono: la passione per il vintage, il ritorno delle sartorie, l’interesse crescente del pubblico per abiti che possano durare nel tempo, magari reinventati con creatività.
Prima regola, dunque, puntare sulla qualità. Ma anche cercare buoni artigiani a cui affidare le scarpe un po’ vissute o il cappotto da far risplendere di nuova vita. Poi, naturalmente, servono anche gli indirizzi giusti. Sulla app Mercato Circolare trovate alcune delle possibilità che si stanno sviluppando intorno a voi. E potete pure segnalare negozi o aziende ancora non censite da valorizzare.
Facciamo qualche esempio? A Torino, a San Salvario, c’è Sassi. Nata nel 2010, offre una linea di abbigliamento donna made in Italy di qualità: gli abiti, realizzati per la maggior parte con tessuti di recupero, vengono ideati e confezionati a Torino, limitando così l'impatto legato ai trasporti. I tessuti provengono da stock o stoffe che i privati hanno in casa e vengono recuperate creando modelli anche su misura.
A Milano trovate Dress You Can, start-up premiata anche con il l’IT4Fashion Innovation Award 2018. Fondata a fine 2014 da Caterina Maestro ed Elena Battaglia, permette di affittare vestiti e accessori di grandi marchi, affermando quindi il princio circolare del “prodotto come servizio”. Caterina ed Elena fanno ricerca in tutto il mondo per individuare capi esclusivi da proporre alle loro clienti. Chiedono ai designer di prestare dei capi, riconoscendo loro una fee a ogni noleggio. In questo modo i designer hanno anche la possibilità di testare creazioni, tessuti, forme. Lo showroom DressYouCan è in via Mora, 1.
Un progetto presente in varie province (Milano, Brescia, Torino, Rovigo, Teramo, Roma) con i propri shop è Humana Vintage, promosso da Humana People to People Italia, nata nel 1998 e parte di Humana People to People che conta 500 negozi solidali in Europa e Stati Uniti. Finanzia progetti nel Sud del mondo e contribuisce alla tutela dell’ambiente anche attraverso raccolta, vendita e donazione di abiti usati. Humana Italia raccoglie con i propri contenitori gialli abiti che seleziona e tratta con l’obiettivo di dare loro nuova vita. In generale il 70% circa dei vestiti viene riutilizzato come vestiario, il 30% è destinato al riciclo.
Leader nel settore dell’intermediazione dell’usato, Il Mercatino diffonde la
“sana pratica” del riuso per la salvaguardia dell’ambiente ed è presente in Italia con una rete in franchising di oltre 180 punti vendita. La formula del conto terzi consente di esporre gratuitamente i propri oggetti usati mettendo in relazione indiretta venditori e acquirenti, generando un beneficio per entrambi e generando nuova economia sostenibile. Per l’abbigliamento Il Mercatino ha aperto un nuovo brand dedicato, “Usato Firmato – Solo cose belle”, dedicato alle migliori griffe.