La riscoperta del ciliegiolo
Una cooperativa che ha puntato su vitigni autoctoni e le qualità dei suoi associati
68 viticoltori associati e circa 6.687 quintali di uve lavorate raccolte da 90 ettari di vigneti specializzati in tipologie autoctone e in purezza. «Terre dell’Etruriaè una cooperativa toscana multisettoriale con 3500 aziende agricole associate - spiega Giulio Fontana responsabile del settore vitivinicolo - lavoriamo sul settore oleario, quello ortofrutticolo, quello dei cereali e vitivinicolo. Nel 2014 è nata la Cantina di Magliano che fa parte di un vasto territorio che rientra nella Docg Morellino di Scansano e che comprende parte dei comuni di Magliano e Manciano». Tra le particolarità dei vini prodotti c’è il ciliegiolo, un vitigno a bacca rossa autoctono solitamente usato come migliorativo per vini importanti come il chianti o il brunello. «Tra i nostri obiettivi - continua Fontana - c’era quello di valorizzare le vigne dei nostri associati. Abbiamo visto nel ciliegiolo un prodotto da rivalutare sia perché autoctono sia perché era un vino che non veniva prodotto da altri». È nato così Briglia, della linea Il Poderone (dal luogo dove è collocata la cantina), un ciliegiolo in purezza che fa un affinamento in acciaio di 6 mesi e poi riposa 4 – 5 mesi in bottiglia. Dal colore rosso rubino con sfumature violacee, il ciliegiolo al naso esprime un bouquet croccante e fresco. Con note di ciliegia frutta rossa e sentori di sottobosco, al palato è di ottima struttura con evidente nota fruttata con una lunga persistenza gustativa.
di Maria Grazia Belli