L’amavo troppo e le ho sparato: un viaggio artistico contro la violenza di genere
Dal 19 ottobre al 30 novembre 2024, il padiglione A PARI di Flashback Habitat, in Corso Giovanni Lanza 75 a Torino, ospiterà L'amavo troppo e le ho sparato, un evento che si propone di aprire un dialogo intenso e necessario sulla violenza di genere.
Curata da Olga Gambari, la mostra mira a far emergere e riconoscere le manifestazioni della violenza di genere, invitando il pubblico a impegnarsi attivamente, per stimolare un dibattito critico e una riflessione profonda, perché solo attraverso la consapevolezza condivisa e l’azione collettiva possiamo costruire un futuro migliore e più equo.
In mostra le fotografie, le videoinstallazioni e le opere ideate dall'artista italiana Irene Pittatore e dalla formatrice e coach francese Isabelle Demangeat, per affrontare il tema della violenza di genere e analizzarne le radici culturali attraverso una lente artistica e partecipativa.
Il progetto si configura come un laboratorio di cultura, pensiero e relazioni umane, affrontando le emozioni condivise tra singolo e collettività, con una visione che unisce passato, presente e futuro grazie a pratiche artistiche partecipative, performance e workshop.
Il titolo stesso della mostra è provocatorio e inteso a sollevare interrogativi: fino a che punto può spingersi un amore? Quando passa dalla passione alla possessività, trasformandosi in un atto di violenza inaccettabile? La mostra invita i visitatori a riflettere su queste domande, servendosi di opere che esplorano non solo la sociologia della violenza, ma anche le testimonianze reali delle vittime e dei perpetratori, creando un mosaico complesso di emozioni e verità.
Al centro di queste pratiche vi è una significativa raccolta di documentazione storica: articoli e atti di processi internazionali relativi a violenza domestica e femminicidio dal XIX secolo, estratti da diverse città, da Toulon a Torino. Questi materiali fungono da parallelo con le drammatiche cronache contemporanee, mettendo in evidenza un problema persistente e radicato nella nostra società.
Irene Pittatore e Isabelle Demangeat utilizzano il ricamo come metafora e strumento di dialogo. I documenti d’archivio sono stati riportati su grandi tessuti, trattati con un carattere tipografico che ricorda il punto croce o dipinti a mano, invitando alla composizione di nuove narrazioni attraverso il lavoro collettivo. Questa pratica, storicamente associata al mondo femminile, si trasforma in uno spazio di incontro e riflessione, dove le esperienze personali possono emergere e fondersi in un’indagine condivisa sulla quotidianità della violenza di genere.
Dal gennaio 2023, oltre 200 persone hanno partecipato attivamente al ricamo, dedicando 500 ore di lavoro nei workshop tenuti in diverse città, tra cui Torino e Berlino. Quest’esperienza è recentemente culminata in una parata acrobatica che ha attraversato le strade di Torino, portando i drappi ricamati a simboleggiare un movimento collettivo di resistenza e testimonianza.
L’iniziativa si concluderà nel 2025 con la pubblicazione di un “quaderno d’artista”, edito da Capovolte, destinato a lettori e lettrici a partire dai 14 anni e agli educatori impegnati nella lotta contro la violenza. Questo volume offrirà nuove risorse e riflessioni per alimentare la consapevolezza e promuovere il cambiamento sociale.
La mostra presenta anche accessori in edizione limitata, la cui vendita contribuirà alla raccolta fondi per sostenere il progetto, oltre a opere realizzate dagli studenti del Corso in Communication Design di IAAD, che dimostrano il potere dell’arte come veicolo di pubblica utilità e sensibilizzazione.
Un esempio brillante di come l’arte possa fungere da catalizzatore di cambiamento, unendo la comunità in un dialogo necessario e urgente.
Gli orari di accesso alla mostra sono venerdì, sabato e domenica dalle 16 alle 20.