MUSICA: ascolti estivi
di Marta Ciccolari Micaldi
PAPRIKA di Myss Keta
Nascosta dietro un velo che non toglie mai dal viso, né nei video né in concerto né durante incontri o interviste, dietro quel velo che a volte è una maschera e a volte una semplice appendice di enormi occhiali da sole, canta una nuova voce femminile italiana. Sfrontata, grottesca, sensuale, ironica Myss Keta arriva al suo secondo album, PAPRIKA (rigorosamente in caps lock), raccontando attraverso il trap più divertente e senza filtri la società di oggi, soprattutto quella milanese, in cui un’immagine vale più di mille parole ma nessuno è pronto a mettersi in gioco per davvero. Nessuno è disposto a mostrarsi sensibile al di là di una foto su Instagram o di un party pieno di eccessi. Dietro il velo di Myss Keta si nasconde non solo un nuovo tipo di donna e un’artista istrionica ma anche un intero collettivo di musicisti e produttori con cui lei fa squadra e con cui, in effetti, sta cambiando la nostra scena musicale.
Western Stars di Bruce Springsteen
Difficile pensare a lui come al Boss quando svela la sua parte più intimista e raccolta. Anticipato da due singoli usciti tra aprile e maggio, l’ultimo album di Bruce Springsteen è un ritorno a sonorità e atmosfere che sembrava aver lasciato nel vecchio Tunnel of Love e mai più recuperato. La verità è che anche il Boss sta invecchiando e sembra essere arrivata l’ora di una riflessione più pacata, più mistica, più armonica. Ecco perché, forse, si rivolge alle stelle dell’Ovest - quelle che danno il titolo all’album nuovo in uscita in questi giorni - e alla strada - quella lungo cui guida nel bel video di Hello Sunshine: per fare un esame di quello che è stato, considerare le frontiere fin dove si è spinto, tornare a guardare dentro di sé e raccontarci cosa vede adesso. Il tutto accompagnato da arrangiamento d’orchestra che rendono emotiva ogni singola strofa.
DoomDays di Bastille
Il 14 giugno esce il terzo album della band inglese Bastille, un album che gira intorno a un’esigenza precisa: quella di scappare. Dalla realtà, che ci circonda, probabilmente, come racconta il singolo che anticipa l’album e porta il suo stesso nome: una ricerca dai toni cupi ma profondamente ironici di cosa siamo noi senza il nostro telefono, senza la pornografia, senza le immagini di un’imminente apocalisse che forse stiamo già vivendo e porta il nome di cambiamento climatico. La band londinese composta da Dan Smith, Chris Wood, Kyle Simmons e Will Farquason si è fatta conoscere al grande pubblico a gennaio del 2013 con l’uscita del singolo Pompeii e, in seguito, grazie all’album d’esordio Bad Blood. Miscelano il pop con elementi elettronici dalle tinte fosche, innesti di R&B, house music e persino gospel. Per il loro tour inglese di quest’estate promettono ambientazioni apocalittiche.