Raffaleo, cucina moderna con influenze dal mondo
Si mangia bene, molto bene, da Raffaleo, e questo dovrebbe sempre essere il punto di partenza per giudicare un ristorante. In questo angolino accogliente situato in pieno Quadrilatero la proposta gastronomica è solida, interessante, contaminata da influenze internazionali che la rendono divertente e non scontata. In cucina, con entusiasmo e voglia di fare, ci sono Kevin Giovanetti e David Cabrera, che realizzano a quattro mani una proposta identitaria, che aspira a livelli alti ma che resta con i piedi per terra. Solo, dipende da quale terra, perché qui si parte per un viaggio piuttosto lungo, piatto dopo piatto.
C'è ad esempio il Katsu Sando Siciliano, preparato - invece che con la tradizionale cotoletta di maiale - con una triglia alla beccafico (pinoli, uvetta e prezzemolo), impanata nel panko e servita con salsa tonkatsu alle clementine o al bergamotto, in base al periodo dell'anno. Un piatto che abbraccia la Sicilia e l'estremo Oriente.
Ma il piatto più convincente tra quelli assaggiati è il Ceviche del Raffaleo, preparato con una deliziosa capasanta canadese in acqua di provola affumicata e leche de tigre. Una trovata ardita, originale, che funziona perfettamente.
Buoni anche i plin, ripieni di faraona all'asiatica e con una bella spinta data dalla colatura di 'nduja.
In stagione, da non perdere il Trifolau, un raviolo - di pasta fatta in casa con 42 tuorli - farcito con un misto di patate di Giaveno cotte al sale, tartufo bianco d’ Alba e funghi di stagione, servito con burro, una noce di Macadamia grattugiata e tartufo nero fresco. Una ricetta che racconta la tradizione del Piemonte.
Insomma, al Raffaleo si mangia bene, come dicevamo all'inizio. Ma soprattutto si sta bene, circondati da un ambiente familiare e caloroso, mai ingessato nonostante la cucina punti chiaramente in alto. Tutto intorno ai tavoli, a far d'arredamento, le tantissime bottiglie di una carta vini attenta, che fa del Raffaleo anche una sorta di enoteca. Quasi duecento referenze, al 90% di aziende vinicole italiane con prevalenza di etichette piemontesi e toscane. Il restante 10% è aperto alla possibilità di scegliere vini esteri, soprattutto francesi. Una carta dinamica, che cambia in base alla ricerca che il proprietario Gerri fa periodicamente accompagnato dal Maître di Sala Andrea: vini biologici, di etichette conosciute, ma anche di piccoli produttori.
Un bell'indirizzo nuovo, che ha una strada interessante davanti.
Informazioni
Via Piave 5/M, angolo via del Carmine, 10122, Torino
011 - 18925548