Stupinigi: i suonatori del corno da caccia sono Patrimonio Unesco
Il Piemonte aggiunge un tassello alla lista dei suoi tantissimi Patrimoni Unesco, siti e beni immateriali che vengono considerati preziosi per l'intera umanità, e per questo sono da tutelare universalmente.
A vincere il riconoscimento, questa volta, è l’arte musicale dei suonatori di corno da caccia, inserita tra i patrimoni immateriali dell'umanità.
La candidatura era partita nel 2014 proprio dalla Palazzina di Caccia di Stupinigi, e si era poi trasformata in una candidatura internazionale tra Francia, Belgio, Italia e Lussemburgo.
Stiamo parlando del corno naturale, "senza valvole o pistoni", in uso nella tradizione sabauda e francese. Il dossier italiano ha come protagonista la comunità costituita dai suonatori dell’Equipaggio della Regia Venaria, formazione musicale rivitalizzata nel 1996 dall’Accademia di Sant’Uberto-Onlus, associazione culturale che ha seguito l’iter della candidatura. La sede legale dell’Accademia è a Stupinigi, quella operativa-musicale alla Reggia di Venaria: due sedi che sottolineano il legame storico del suono del corno con il loisir reale. L’Accademia ha curato una ricerca molto approfondita su questo strumento amatissimo nelle corti europee. Sempre l'Accademia è stata la creatrice dell'Equipaggio che ha girato l’Italia, sconfinando anche in Francia, Portogallo e Slovenia, portando la voce dei corni del Piemonte.
"Abbiamo fatto un grande lavoro di studio sullo strumento nel corso della candidatura", ha spiegato il presidente dell’Accademia Pietro Passerin d’Entrèves. Un lavoro che "ha condotto a risultati di un certo rilievo", come l ritrovamento di un corno originale sabaudo settecentesco, sicuramente impiegato a Stupinigi, di cui sono state eseguite due copie, usate poi dall’Equipaggio in concerto. Parallelamente, gli studi hanno portato all’identificazione del ciclo pittorico di Jan Miel alla Venaria come “la più antica rappresentazione europea di corni da caccia circolari”.
Il riconoscimento è un incentivo a promuovere la trasmissione e diffusione di quest'arte: mentre la formazione continuerà alla Reggia di Venaria, parallelamente si lavorerà a sviluppare il dialogo con altre comunità di suonatori con pratiche assimilabili a quella del corno da caccia in uso in Piemonte e Francia (come il corno barocco o il Parforce della tradizione mitteleuropea).