Torino riscopre i Patrimoni d'Arte
Quello che stiamo vivendo, dal Coronavirus in poi, è indubbiamente un periodo di crisi e di incertezza sul futuro. E, come spesso accade in questi momenti, gli investimenti economici dei cittadini prediligono i “beni rifugio”, quelli che rappresentano una sicurezza e che possono essere tramandati di generazione in generazione.
Così Patrimoni d’Arte, realtà torinese specializzata nella realizzazione di oggetti di pregio, manufatti artistici e opere celebrative legate a momenti storici significativi, fa registrare un aumento del 20% del suo business negli ultimi due anni.
Come racconta Peter Masi, Project manager Patrimoni d’Arte : "In un momento di smarrimento generale i nostri clienti hanno trovato in noi un ben capace di essere al contempo un appagamento dell'anima e un oggetto con un valore tramandabile. La nostra clientela storica, solitamente di età avanzata e alto spendente, è sempre stata spinta dal piacere per le cose belle, da una sorta di patriottismo verso i simboli della cultura nazionale e dall’altruismo verso la propria famiglia che erediterà l'opera: l'incertezza della crisi economica del paese ha acuito ancora di più questi sentimenti aumentando la propensione verso l'acquisto dei nostri prodotti.”
Non solo la volontà di capitalizzare il proprio denaro facendo un investimento sicuro: nella crescita delle vendite degli oggetti d’arte c’è quindi anche un’accezione sentimentale, con la volontà di acquistare qualcosa che rimarrà alle generazioni future.
“Oltre al consolidamento della clientela abituale”, spiega Peter Masi, “la crisi ha anche portato a un inaspettato ingresso anche di un pubblico giovane. La curiosità delle nuove generazioni verso la cultura museale si riscontra anche nell'acquisto di piccole opere o oggetti commemorativi, proporzionalmente adatti alle loro finanze, ma che fanno già ben sperare in un ricambio generazionale di individui che riconoscono nell'arte un valore, in continuità o addirittura incremento rispetto alle generazioni precedenti."