Zoom: che ne sarà del bioparco di Cumiana?
La ristorazione, la cultura, il piccolo commercio: sono forse tre tra le categorie che stanno più soffrendo la situazione di crisi economica mondiale che segue la pandemia e la conseguente chiusura di tutto. Ma, tra gli altri, un altro settore che sta soffrendo e non saprà bene come quando e ripartire è quello dell'intrattenimento. Parchi dei divertimento, spazi per il gioco e l'interazione e anche luoghi come il bellissimo biparco di Cumiana, Zoom, tanto amato dai Torinesi che qui trovano animali, didattica per i bimbi e anche due fresche piscine per i pomeriggi estivi.
Zoom: il parco che non si è fermato
E ora, con il lockdown, le distanze di sicurezza e tutto il resto, che ne sarà del Bioparco Zoom? Lo abbiamo chiesto al direttore Filippo Saccà. Innanzitutto ci ha spiegato - anche se può sembrare lapalissiano è bene ricordarlo - che anche se tutto si è fermato, nulla si è fermato: gli animali hanno avuto bisogno, anche in queste settimane di chiusura, di cure, cibo e tutto il resto. "Per questo all'interno del parco", spiega Saccà, "il team composto da biologi, etologi e veterinari – rispettando le norme e le opportune misure di prevenzione - ha continuato incessantemente a lavorare per il mantenimento degli oltre 300 animali e continua ad occuparsi quotidianamente delle loro esigenze specifiche: dalle cure veterinarie alla vigilanza sanitaria, dal nutrimento alla manutenzione ordinaria e straordinaria degli habitat".
Cinque milioni all'anno di costi
Un lockdown parziale, dunque, perché la struttura deve continuare a funzionare. Una situazione che, rispetto ad altre, ha aumentato ulteriormente le perdite economiche, anche perché una struttura come Zoom ha un costo annuo di mantenimento di oltre cinque milioni di euro e molti dei costi, nonostante la chiusura, non possono né ridotti né tagliati: per il solo benessere degli animali si spendono circa 1,5 milioni di euro. "Per quanto già da settimane siano state adottate tutte le misure possibili per prevenire un risvolto catastrofico - dagli immagazzinamenti di scorte di cibo alla pianificazione del protocollo di lavoro che si attiva in situazioni di emergenza – la gestione quotidiana (svolta con la massima professionalità da personale altamente specializzato) comporta costi molto elevati per strutture che non godono di nessun sostegno economico da parte dello Stato e che rischiano gravi risvolti", spiega Saccà.
Niente visitatori
Ma non si tratta solo di perdite economiche: c'è anche la questione della visibilità, del rapporto con la clientela, e dei mancati introiti dei tanti visitatori che avrebbero affollato il Bioparco già in questi mesi, visto che - ricorda Saccà - la pandemia è arrivata proprio nel periodo dell’anno più importante, la primavera, che, dopo la chiusura invernale per ragioni climatiche dei parchi all’aperto, è la principale fonte di sostentamento dell’intero anno e che, ormai, non sarà più recuperabile. "Nel 2020 si stimava che si potesse arrivare a circa 320.000 visitatori nel Bioparco", spiega Saccà. "Invece, se si dovesse riaprire tra giugno e luglio, si avrebbe un calo delle visite che va dal 40 al 60% con un impatto sui ricavi di oltre il 60%".
La ripartenza dal 18 maggio?
Ora la struttura, come molte altre, si appresta a ipotizzare una ripartenza: da settimane si sta lavorando nella speranza di poter effettivamente tornare ad aprire nella settimana del 18 maggio. "Stiamo portando avanti un lavoro incessante che ha l’obiettivo di garantire una visita altamente esperienziale, ma anche di adattare e trasformare gli spazi seguendo le misure imposte dal Governo", spiega Saccà. "I 160.000mq sui quali sorge ZOOM ci garantiscono ampi margini di manovra, saremo quindi in grado di garantire un alto livello di sicurezza per il distanziamento sociale. Inoltre, essere completamente open air ci permette un ulteriore vantaggio nell’impedire il contatto tra persone e di conseguenza la trasmissione del virus. Le linee guida internazionali dettate dalla IAAPA (International Association of Amusement Parks and Attractions) suggeriscono infatti di garantire uno spazio di 4mq a persona, mentre al bioparco ZOOM, calcolando solo le aree calpestatili e pedonali, si arriverà a garantire 16mq a persona, 4 volte tanto rispetto agli standard consigliati".
Il protocollo di sicurezza
Da Zoom comunicano inoltre che sarà applicato un severo protocollo di sicurezza che parte già dalle aree esterne che saranno adibite, per quanto riguarda quelle adiacenti l’ingresso, a spazi per serpentine, attraverso anche segnaletica orizzontale, che garantiscano il distanziamento fisico durante il momento dell’accoglienza.
Per l’accesso al parco (che anticiperà in alcuni casi l’apertura alle ore 9.00 per agevolare i flussi in ingresso ed evitare di creare assembramenti e far attendere famiglie con bambini) sarà comunque istituito un numero chiuso giornaliero con gestione di prenotazione o acquisto biglietti on line, e ingressi scaglionati su più fasce orarie.
Il ruolo dei visitatori
Ai visitatori si chiederà una collaborazione attiva: per tutti vale l’invito a indossare la mascherina, protezione per se stessi e gli altri, oltre a non mettersi in macchina in campo di sintomi (sarà possibile cambiare la data di visita fino alla mattina stessa proprio per evitare che le persone, per paura di perdere il proprio biglietto, si muovano dalle loro abitazioni non in sicurezza). Personale del parco farà misurazioni a campione, inoltre, per misurare la temperatura corporea e monitorare il distanziamento.
Una volta all’interno di ZOOM, la visita tra gli habitat non subirà nessuna limitazione se non per talune attività che potranno subire modifiche o sospensioni, perché non consentono il rispetto delle norme di sicurezza e per evitare assembramenti, e saranno disponibili numerosi punti per la distribuzione di gel disinfettante, nelle posizioni più strategiche, oltre alla santificazione delle aree comuni e alla distribuzione di adeguati DPI per tutto il personale. Garantita sempre la presenza dei biologi e al vaglio la modalità di approfondimento, come per esempio con i distintivi talk, ma in sicurezza.
Bar e punti di ristoro
Per quanto concerne i bar e i punti ristoro, sono in fase di ridefinizione tutti i set up e la disposizione dei tavoli. Sarà inoltre prevista una modifica del processo di vendita, eliminando i self service e privilegiando l’opzione di menù acquistati on-line e semplicemente ritirati presso il ristorante o il servizio completo al tavolo: dall’ordinazione al pagamento fino alla consegna del cibo.
La necessità di linee guida
"Quello che chiediamo è di poter aprire il prima possibile e di avere delle linee guida da seguire in modo da osservare le indicazioni per tutelare la sicurezza dei lavoratori e dei visitatori. Se guardiamo al panorama europeo, i parchi (tutti, a tema, acquatici e faunistici) stanno avendo linee giuda e direttive molto precise sia sulle date che sulle modalità di apertura", conclude Saccà.
Abbiamo voluto raccontare le storie di alcuni produttori, negozianti, imprenditori di Torino e del Piemonte e di come hanno reagito alla pandemia in corso. Alcuni non hanno mai smesso di lavorare, altri hanno cercato di reinventarsi, tutti hanno dovuto ripensare alla propria attività.
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