Willie Peyote non le manda a dire: tutte le polemiche a Sanremo
Che Willie Peyote avesse deciso di andare a Sanremo anche per mescolare un po' le carte, e con una certa verve polemica, era forse evidente a un'analisi attenta.
Il testo della sua canzone Mai dire Mai (la locura) (che ha vinto il premio della critica), per quanto ballabile, orecchiabile e apparentemente scanzonato, conteneva un messaggio di certo non amichevole. Anche nei confronti di qualche collega, chiamato in causa in maniera neanche troppo velata: Bugo e Morgan con la loro plateale litigata dell'anno scorso ("le brutte intenzioni... che succede? Mi sono sbagliato"), Elettra Lamborghini e il suo imitatissimo twerking ("Non ho capito in che modo twerkare vuol dire lottare contro il patriarcato") e anche una buona dose di colleghi del rap, del trap e dell'hip hop di nuova generazione ("Ora che sanno che questo è il trend tutti 'sti rapper c'hanno la band / Anche quando parlano l'autotune, tutti in costume come gli X-men").
Insomma: Willie Peyote sembrava averne un po' per tutti, dietro a quell'aria da bravo ragazzo tranquillo e simpatico. Ma non è bastato, e in questi giorni si è lasciato andare ad altre dichiarazioni che hanno suscitato più di una polemica.
Contro Francesco Renga, per esempio, che secondo il cantante torinese avrebbe addirittura "ca*ato sul microfono", nonostante fosse a suo parere "uno dei rappresentanti della bella vocalità all’italiana". Un'esternazione senza filtro, che ha scatenato perfino la reazione dell'ex compagna di Renga, Ambra Angiolini, che sui social ha commentato: "Gli altri fanno i para*uli o ca*ano sui microfoni, ma quello che esce dalla sua bocca è l’unica cosa che puzza".
Ma in un colpo solo, nei commenti contro Francesco Renga, Willie Peyote ha chiamato in causa anche un altro collega concorrente al Festival di Sanremo, Aiello, paragonando il modo di cantare dei due e facendo capire che il paragone, per Francesco Renga, non fosse da ritenersi lusinghiero.
E ancora, Willie Peyote ha definito "ruffiana" la scelta di Ermal Meta: di "cantare Caruso il giorno del compleanno di Lucio Dalla". Il terzo classificato al Festival ha affidato ancora una volta la sua risposta ai social, scrivendo al collega: "voglio farti un dispetto e dirti quello che penso. Penso che tu sia bravo. Ieri eravamo a due metri di distanza nei camerini e se mi avessi detto di persona queste parole, saresti stato il coraggioso che appari sul palco. Buona fortuna e buona musica".
Ma le polemiche non sono finite: Willie Peyote ha anche criticato il meccanismo dell'assegnazione dei vari premi del Festival ai cantanti, che non è stato a suo dire sufficientemente valorizzata. "E' stato brutto e triste", ha detto in riferimento alla sua premiazione. "Non che volessi salire sul palco, ma che ce lo consegnassero in una busta della spesa… non te lo godi proprio per niente". In questo, Willie Peyote è stato supportato anche da Colapesce Dimartino, che per la loro splendida "Musica leggerissima" hanno vinto il premio Lucio Dalla. "E' stato abbastanza brutto non essere chiamati sul palco", hanno detto i due cantanti. "Eravamo lì ad aspettare tre ore è arrivata una signora della Rai che ci ha portato questo premio di plastica… poteva essere fatto meglio, anche perché è un premio importante. Un premio con i nomi Lucio Dalla e Mia Martini doveva essere trattato meglio”.
Almeno su questo, Willie Peyote si è trovato d'accordo con i colleghi.
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